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UISP – Nazionale – Abodi: verso una nuova architettura dello sport italiano


Abodi: verso una nuova architettura dello sport italiano

Il ministro per lo Sport ha incontrato i presidenti degli Enti di promozione sportiva: le novità emerse dal tavolo permanente di confronto. Parla T. Pesce

 

Proseguono gli incontri periodici del tavolo permanente di confronto tra il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi e i presidenti degli Enti di promozione sportiva. Molti i temi trattati nel corso dell’ultima riunione tenutasi la scorsa settimana, giovedì 14 novembre, a Roma, in Largo di Brazzà, a metà strada tra Palazzo Chigi e il Quirinale, che ha avuto inizio con il ricordo della figura del compianto Gianni Gallo, rappresentante degli Eps nella Giunta del Coni, scomparso prematuramente.

Al centro della riunione il percorso che porterà, a breve, all’adozione del Codice di comportamento, una “guida etica” che si pone l’obiettivo di portare valore aggiunto sia al lavoro specifico di ciascun ente che al miglioramento del posizionamento e delle relazioni all’interno dell’ampio e complesso sistema sportivo, tra diritti e doveri, anche nel rapporto con gli altri organismi sportivi nazionali. Uniformità da adottare nelle condotte associative, regole che dovranno essere applicate per tutti e da tutti, senza eccezione alcuna, principi che dovranno trovare piena corrispondenza nella coerenza dei comportamenti, a partire da tesseramento, formazione, salute, sicurezza, sistema di vigilanza e controllo, superando storture e distrazioni che ancora, troppo spesso, purtroppo, si verificano nella quotidianità delle attività sul territorio.

Un percorso che sarà aiutato e accompagnato anche dalla verifica dell’univocità dei tesserati a ciascun Eps (si è parlato di identità sportiva digitale), attraverso appunto procedure informatiche e implementazioni del Registro delle attività sportive dilettantistiche, superando definitivamente ogni forma di tesseramento cartaceo. Questo potrà consentire anche, si è detto, di modulare nuove componenti di riconoscimento contributivo.

“Il ministro Abodi ci ha poi anticipato – racconta Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp – come sia ormai ‘iniziato il cantiere di riforma complessiva dell’architettura del sistema sportivo, a 25 anni dal Decreto Melandri’, per usare le sue parole. Un primo percorso, per ora tutto interno, con al centro un importante lavoro di ricognizione di tutta la normativa di riferimento stratificatasi negli anni, per costruire indirizzi strategici che entro il prossimo mese di gennaio l’Autorità di governo porterà ad un primo livello di condivisione con gli organismi sportivi, ‘per fare poi un ulteriore pezzo di strada insieme’. All’ordine del giorno anche il tema di una piena rappresentanza della promozione sportiva all’interno di organismi plenari nazionali del sistema sportivo, anche alla luce dell’articolo 33 della Costituzione”.

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Ampio e positivo il confronto nel merito del Codice di comportamento per gli Enti, le loro strutture territoriali, le associazioni e le società affiliate e i rispettivi tesserati. Discussione che il ministro ha avviato anche sui temi della formazione e del suo valore, da affrontare in modo sistemico e molto serio, ambito fondamentale per la crescita del sistema sportivo italiano. Ciò non potrà prescindere dal rispetto di standard minimi omogenei.

Al bando, insomma, “brevettifici” e proposte che a volte sfociano in promozioni addirittura ingannatorie, sin dalle modalità con cui spesso sono comunicate, che minano la reputazione e la credibilità dell’intero sistema.

“Nel mio intervento – aggiunge Tiziano Pesce – ho avuto modo di ringraziare il ministro Abodi, i punti da lui toccati rappresentano infatti risposte e impegni su molte delle questioni che l’Uisp solleva ormai da molti anni e che abbiamo sottolineato con forza proprio al ministro anche in occasione dell’Assemblea congressuale di metà mandato. Piena rappresentanza e quindi dignità alla promozione sportiva, rispetto e rapporti corretti tra gli organismi sportivi nazionali con ricaduta positiva sui livelli territoriali, trasparenza, controlli, risorse, tutela sanitaria, armonizzazione delle riforme del sistema sportivo e del terzo settore, a partire dal disallineamento rispetto al riconoscimento dei rimborsi forfettari ai volontari sportivi, compensi ai lavoratori sportivi in presenza di pensioni quota 100, solo alcuni dei temi ancora una volta evidenziati. Al ministro ho poi posto anche il tema dell’Iva, che in assenza di auspicati nuovi interventi legislativi vedrà il prossimo 1° gennaio superare l’attuale regime di esclusione. Pur non dovendo pagare l’imposta, infatti, gli enti associativi non commerciali, come abbiamo più volte rimarcato, saranno costretti a dotarsi di partita Iva e a farsi carico di una lunga serie di adempimenti amministrativi e gestionali, gravosi e difficilmente sostenibili soprattutto per i sodalizi di minori dimensioni. Come avevo già avuto modo di dire in occasione dell’ultimo Consiglio nazionale del Coni, questo scadenza non è tenuta nella giusta considerazione dal mondo dello sport. Il passaggio dal regime di esclusione al regime di esenzione Iva non riguarda soltanto gli enti di terzo settore iscritti al Runts ma bensì anche le decine e decine di migliaia di associazioni sportive dilettantistiche iscritte al Rasd, affiliate ad Enti di promozione, Federazioni e Discipline associate. Nel frattempo, l’Uisp porterà avanti il proprio impegno e il proprio protagonismo all’interno del Forum nazionale e dei Forum regionali del terzo settore, con cui in queste settimane abbiamo incontrato molte forze politiche e parlamentari di tutti gli schieramenti politici, anche in vista della scadenza per presentare emendamenti alla manovra di Bilancio 2025, che si sono mostrati attenti e sensibili al grave problema sollevato. Intanto non si ferma lacampagna NO VENDITA NO IVA”.

Durante la riunione si sono condivisi con soddisfazione i recenti risultati ottenuti dal dicastero guidato da Andrea Abodi, grazie anche alla collaborazione del Parlamento, riguardo al cosiddetto decreto Salva infrazioni convertito in legge (in Gazzetta Ufficiale il 14 novembre 2024, n. 166), che interviene sull’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.
Per quanto interessa il non profit – superando l’applicazione della direttiva Bolkestein – il provvedimento dispone la proroga al 30 settembre 2027 delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l’esercizio delle attività turistico ricreative e sportive e di quelle gestite da associazioni e società sportive, da organismi sportivi e da enti del terzo settore e definisce le nuove procedure di affidamento delle nuove concessioni.

Al termine dell’incontro, il ministro Abodi ha poi anticipato, insieme al Capo del Dipartimento per lo Sport Flavio Siniscalchi (presenti altresì Francesca Orlando, Capo Ufficio Legislativo e Mario Pozzi, Capo della Segreteria tecnica), senza però entrare in alcun dettaglio, che a breve sarebbero state pubblicate le istruzioni  aggiornate per il riconoscimento della natura sportiva delle attività che non rientrano tra quelle svolte nell’ambito di Federazioni sportive, Discipline associata o Enti di promozione riconosciuti da CONI o CIP, come previsto dal Regolamento di funzionamento del Registro delle Attività sportive dilettantistiche. Pubblicazione poi avvenuta, con una certa sorpresa, già il giorno dopo. Nel pomeriggio di venerdì 15 novembre, infatti, sul sito istituzionale del Dipartimento per lo Sport, sono state ree disponibili le ‘Procedure per l’iscrizione al Registro per le attività sportive non riconosciute da Coni e Cip’, ai sensi dell’articolo 5 del Decreto legislativo 39/2021.

“Questa nuova possibilità di giungere al riconoscimento di nuove discipline oltre quelle previste dal sistema del Comitato olimpico, che sottendono quasi sempre ad una matrice competitiva – commenta Tiziano Pesce – prevedendo il protagonismo degli Enti di promozione sportiva (aspetto che nella prima versione del Regolamento non era stata prevista), coglie una nostra richiesta, centrata anche sulla definizione di sport che la riforma ci offre, ossia ‘qualsiasi forma di attività fisica fondata sul rispetto di regole che, attraverso una partecipazione organizzata o non organizzata, ha per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli’. È indubbio come le nuove norme lascino però in più punti dubbi interpretativi. Con gli altri Eps abbiamo già condiviso come occorra ragionare insieme – chiedendo di essere pienamente coinvolti dal Dipartimento per lo Sport – sulla migliore attuazione di questa nuova normativa affinché possa davvero contribuire, evidentemente anche con l’introduzione di alcuni necessari correttivi, ad accrescere opportunità di promozione di sport per tutti, senza che si verifichino inciampi applicativi, intromissioni di soggetti aggregati di secondo livello, che ricordo, per l’ennesima volta, essere vietati dalla normativa vigente, e con la doverosa, vera e concreta, centralità del ruolo degli Enti di promozione sportiva”.


pubblicato il: 24/11/2024 | visualizzato 230 volte

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