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Novità pensioni 2025, altro che aumenti, 345 euro in meno sulle pensioni di vecchiaia


Raramente in Italia e nel sistema previdenziale da un anno all’altro per i contribuenti arrivano buone notizie. Per chi attende buone nuove a livello di uscite anticipate questo è un dato di fatto.

Ma anche per chi aspetta aumenti di pensione o adeguamenti all’inflazione, anche gli aumenti che vengono dati ogni anno sono sempre minimi ed il più delle volte applicati con tagli e penalizzazioni che fanno discutere tanto.

Provvedimenti che generano malcontento come dimostrano i recenti scioperi dei pensionati. Ma anche che sfociano in autentiche querelle giudiziarie come invece dimostra la richiesta di presunta incostituzionalità che l’indicizzazione delle pensioni nel 2024 ha subito con un ricorso finito davanti alla Consulta.

Al peggio però non c’è mai fine e nel sistema pensioni italiano questo detto calza a pennello. Nel 2025 e nel 2025 peggiorano le pensioni, cioè scendono di importo. Il Ministero del lavoro ha appena dato notizia, con tanto di Decreto, che il calcolo delle pensioni nel 2025 diventerà meno favorevole per tutti coloro che lasciano il lavoro a partire dal primo gennaio. Tra le novità pensioni 2025 ecco che arriva la conferma di questi tagli.

Novità pensioni 2025, altro che aumenti, 345 euro in meno sulle pensioni di vecchiaia

Le pensioni tornano a calare, questa la novità pensioni 2025 che adesso andremo ad analizzare. Per i lavoratori che sono nati nel 1958 e che pertanto raggiungono l’età pensionabile dei 67 anni dal prossimo primo gennaio, la pensione sarà più bassa. Naturalmente più bassa rispetto a chi riesce ad uscire entro la fine del 2024 a parità di età e contributi.

Con il decreto del Ministero del Lavoro numero 436 del 2024, che ha data di inizio pubblicazione lo scorso 21 novembre 2024, vengono aggiornati i coefficienti di trasformazione del montante contributivo in pensione. I coefficienti che operano nel sistema contributivo sono quei moltiplicatori con cui l’ammontare complessivo dei contributi versati dal lavoratore (cd montante contributivo) dopo essere stato rivalutato al tasso di inflazione, viene passato per generare l’importo annuale della pensione. Chi ha iniziato a versare dopo il 31 dicembre 1995 ha in questo meccanismo l’unico di calcolo della pensione. Chi invece ha iniziato a versare prima, ha una parte della sua pensione calcolata con questo sistema.

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Perché la parte contributiva della pensione riguarda i periodi successivi al 31 dicembre 1995 per chi ha meno di 18 anni di contributi a quella data. Oppure successivi al 31 dicembre 2011 per chi ha almeno 18 anni di contributi versati al 31 dicembre 1995. In parole povere, la modifica ai coefficienti penalizza tutti coloro che escono dal lavoro nel 2025. Ed a prescindere dalla misura che utilizzano.

Ecco i nuovi coefficienti che penalizzano le pensioni, anche quelle di vecchiaia

Nessuna novità per la pensione 2025 per quanto riguarda questo cambio dei coefficienti per il prossimo biennio. Tutto era già scontato dal momento che i coefficienti per normativa in vigore si aggiornano di biennio in biennio.

E questa è la settima volta che vengono aggiornati. In genere i coefficienti seguono l’andamento dell’aspettativa di vita della popolazione. Quindi biennio dopo biennio i coefficienti calano e quindi cala l’importo della pensione. Solo nella fase della pandemia ultimamente il trend è stato invertito, con le pensioni che sono aumentate e non diminuite come calcolo. I coefficienti usati adesso scadono il 31 dicembre 2024 e pertanto ecco che sono stati introdotti i nuovi. E adesso capiremo l’impatto.

Tra le novità pensioni 2025 ecco il taglio derivante dagli aggiornamenti dei coefficienti

Prendiamo ad esempio un lavoratore nato a dicembre 1957 ed uno nato a gennaio 1958. Il primo compie l’età pensionabile dei 67 anni nel 2024, il secondo nel 2025. Il primo avrà una pensione con il coefficiente 5,723% valido fino al 2024 per chi esce a 67 anni. Il secondo avrà un coefficiente del 5,608 come si evince dal decreto del Ministero del Lavoro.

Ipotizzando che entrambi escono dal lavoro con 30 anni di contributi ciascuno e con lo stesso montante contributivo rivalutato pari a 300.000 euro. Per pochi giorni di distanza come pensionamento, il primo che va in pensione con le regole attuali, prenderà 17.169 euro di pensione all’anno, cioè 1.320,69 euro al mese. Il secondo invece prenderà una pensione da 16.824 euro annui e 1.294,15 euro al mese.

Tra le novità pensioni 2025, ecco quindi che per lavoratori in queste condizioni arrivano 345 euro in meno sulle pensioni di vecchiaia. Naturalmente i calcoli cambiano in base al montante contributivo, ma a parità di età e di carriera nessuno che esce nel 2025 prenderà una pensione pari a chi esce nel 2024, perché viene severamente penalizzato.



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