«Dopo 20 anni il club c’è». Alla celebrazione per il ventennio dalla nascita del Club delle imprese per la cultura di Confindustria Bari e Bat il bilancio è positivo e l’esserci ancora come realtà dopo tanti anni ne è la testimonianza. «La prima iniziativa pubblica del club si è tenuta proprio il 22 novembre del 2004 – sottolinea Alessandro Laterza, fondatore del club – ed è notevole che tutta quanta l’associazione si sia dedicata a questo obiettivo. Nel tempo non abbiamo ottenuto risultati ciclopici ma piuttosto abbiamo realizzato un’attività costante, un risultato di prestigio per l’associazione a livello di Confindustria nazionale e un membro di coesione e di riconoscibilità degli associati e tra gli associati».
Le parole di Accoto
Il bilancio del primo ventennio, celebrato ieri pomeriggio all’interno del teatro Margherita di Bari, è molto positivo tuttavia i tempi cambiano e con lui si prospettano anche nuove sfide come, ad esempio, l’intelligenza artificiale. Quest’ultimo aspetto, di cui sono state approfondite le implicazioni, è stato il tema portante della ricorrenza e ad analizzare il futuro delle imprese e le potenziali risorse dell’Ia è stato un ospite d’eccezione: Cosimo Accoto, Tech philosopher, research affiliate e fellow Mit, originario di Minervino di Lecce. Il filosofo dell’intelligenza artificiale si è soffermato dapprima su una vision lecture dal titolo “L’ultima parola, l’occhio assente, l’atto osceno: provocazioni e innovazioni dell’Ia” e poi, ha approfondito il tema sul versante filosofico dialogando con Antonio Lombardi, ricercatore in storia della filosofia Uniba.
Sono stati molti gli spunti di riflessione offerti da Accoto che non ha mai smesso di trasferire al pubblico il suo ottimismo per le implicazioni future della tecnologia applicata al comparto della cultura e delle associazioni: «L’innovazione tecnologica – il suo pensiero – è una grande opportunità, l’intelligenza artificiale apre degli orizzonti produttivi anche dal punto di vista culturale. Bisogna imparare a conoscerla sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista dei risvolti culturali, sociali e politici. Il nostro compito è quello di imparare a comprendere i rischi e a sistemarli perché le opportunità che si aprono sono veramente straordinarie. Siamo davvero all’alba di una nuova rivoluzione». Lo scenario futuro legato ai temi dell’automazione è stato uno dei temi centrali del discorso del professore che ha sottolineato, più volte nel corso della conferenza, il ruolo che l’automazione riveste in questo settore: «L’automazione che arriva impatta le professioni culturali e creative. Fino a qualche tempo fa immaginavamo che queste potessero essere salvaguardate oggi, invece, abbiamo imparato a capire che le macchine riescono a fare parte e porzione di questo lavoro e anche, in alcuni ambiti, con delle performance superiori per questo tutte le professioni creative e culturali devono imparare a usare questi strumenti al meglio, padroneggiarli e aggiungere il valore del lavoro umano e intellettivo che sicuramente avrà spazi nuovi e un valore aumentato».
Dal futuro segnato dall’Ia al passato legato ai ricordi degli albori del Club e ricordato da tutti gli imprenditori che, a turno, ne hanno coordinato l’attività dal 2004 ad oggi. «Il Club delle imprese per la cultura Bari e Bat – commenta Maddalena Milone, coordinatrice in carica del Club – progetta e organizza eventi culturali dedicati alla cultura d’impresa. Quello che noi viviamo all’interno delle nostre aziende sono le nostre sfide quotidiane e le riportiamo in eventi come quello che abbiamo progettato per festeggiare i 20 anni del nostro club e incentrato sulla sfida del secolo, ovvero l’Ia. È una sfida che fa parte del nostro presente e che condizionerà moltissimo anche il nostro futuro». Il Club nato come un’aggregazione informale di imprese di diversi settori e dimensioni (tutte iscritte all’Associazione industriali di Bari) è nato due decenni fa per finanziare e realizzare progetti culturali collettivi che abbiano una ricaduta positiva sul territorio e rafforzino il legame fra questo e l’imprenditoria locale. L’idea innovativa del Club è rappresentata dal fatto che le imprese aderenti non si limitano a sponsorizzare eventi culturali altrui, ma li progettano e li finanziano in proprio. L’ambito d’azione infatti spazia fra vari tipi di discipline artistiche e culturali dal cinema alla musica e dalla filosofia alla scrittura.
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