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Russia, Gran Bretagna «direttamente coinvolta» nella guerra. Il ruolo della Nato e l’articolo 51 dell’Onu: cosa succede ora?


Gran Bretagna e Russia, è alta tensione. Londra ora è considerata «direttamente coinvolta» nella guerra in Ucraina dopo che i suoi missili Storm Shadow sono stati utilizzati per colpire obiettivi all’interno del territorio di Mosca. Lo ha detto a Sky News l’ambasciatore russo a Londra, Andrei Kelin, che ha sottolineato come il lancio di questi armamenti «non può avvenire senza il personale» britannico e della Nato. Cosa può succedere ora? Quale è il ruolo dell’Alleanza nel conflitto? E perché il primo ministro britannico Starmer ha fatto riferimento all’articolo 51 della Carta dell’Onu?

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Armi e mercenari

Alla domanda su quale fosse la differenza tra l’ultilizzo dei missili inglesi da parte di Kiev e l’impiego di Putin di equipaggiamenti, tecnologie e manodopera cinesi, iraniane e nordcoreane – e se anche loro fossero da considerare direttamente coinvolti nel conflitto – Kelin ha fatto riferimento ai mercenari di parte ucraina. «Posso dire con certezza che abbiamo molti combattenti provenienti da diversi paesi operativi, in questo momento, al dianco di Kiev. Nell’area di Kursk, ad esempio, è attiva l’unità polacca, che ha un’uniforme speciale indossata dai soldati polacchi. Fino a questa settimana, il Regno Unito aveva affermato che i carri armati britannici, i missili anticarro e altri equipaggiamenti militari potevano essere utilizzati all’interno della Russia, ma aveva mantenuto delle restrizioni sui missili a lungo raggio, riecheggiando la politica americana. Non è chiaro quale sarà l’impatto futuro di questa mossa sulla guerra, dato che i combattimenti continuano nell’Ucraina orientale e nella regione russa di Kursk».

L’attacco

Una fonte del governo britannico ha confermato al Times che l’Ucraina ha lanciato in territorio russo dei missili a lungo raggio Storm Shadow forniti da Londra a Kiev, senza però dare ulteriori dettagli. Il quotidiano inglese parla di dodici missili utilizzati per colpire ieri, intorno alle 15 ora locale, la regione di Kursk, secondo le informazioni raccolte sui canali social russi. Il Regno Unito era pronto da tempo a concedere il permesso per l’uso dei suoi Storm Shadow per colpire la Russia, si legge sul giornale, ma aspettava che il presidente americano Biden prendesse una decisione in merito, arrivata col via libera al lancio degli Atacms. L’arma di fabbricazione britannica si basa in parte sui dati di navigazione statunitensi per colpire gli obiettivi.

 

Missili Storm Shadow

Gli “Storm Shadow” (traducibili come “Presagio di tempesta”), Scalp per i francesi, sono missili da crociera che vengono lanciati da aerei in volo e hanno una gittata massima di 250 chilometri. Ogni missile pesa circa 1300 kg ed è lungo circa 5 metri, con una testata convenzionale di 450 kg. Si tratta di missili particolarmente efficienti perché capaci di eludere le difese nemiche volando a bassa quota. Erano già stati già forniti sin dal 2023 a Kiev da Londra e Parigi, ma era stato posto uno stop al loro impiego in territorio russo (che potrebbe essere cancellato sulla scia della decisione dell’Amministrazione Usa sugli Atacms). Si tratta di sistemi ideali per distruggere bunker blindati, magazzini di munizioni, edifici di comando, strutture pesanti o piste di aeroporti.

 

L’articolo 51 dell’Onu

Starmer ha difeso il sostegno della Gran Bretagna all’Ucraina definendolo «proporzionato» e legale. Il primo ministro inglese non ha confermato che i missili Storm Shadow a lungo raggio di fabbricazione britannica fossero stati approvati o utilizzati. Tuttavia, in una dichiarazione alla Camera dei Comuni, non ha negato le diffuse segnalazioni e sembra aver prevenuto la condanna di Mosca. «Il sostegno del Regno Unito all’Ucraina è sempre per autodifesa», ha detto ai membri del parlamento. «È proporzionato ed è conforme al diritto internazionale. Ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, Kiev ha diritto all’autodifesa contro gli attacchi illegali di Putin».

Rischio escalation

«Ammesso e non concesso che la rilevazione ucraina sul lancio di un missile intercontinentale da parte della Russia su un obiettivo non specificato sia veritiera, si tratterebbe di un provvedimento che prescinde dalla sua portata operativa, essendo l’Ucraina raggiungibile anche con mezzi meno impegnativi». Lo afferma all’Adnkronos il generale Marco Bertolini, già comandante del Coi, in merito alla notizia del lancio di un missile intercontinentale da parte della Russia. «Se effettivamente il lancio fosse avvenuto, lo si potrebbe interpretare come un segnale volto a confermare che il recente cambio della dottrina nucleare russa non era uno scherzo, ma si basa sulla disponibilità di mezzi idonei a supportarla, rafforzando quindi la deterrenza. – sottolinea Bertolini – Il tutto ovviamente andrebbe messo in sistema col clima che si è voluto esasperare recentemente con la decisione di Biden, seguito da Francia e Gran Bretagna, di autorizzare l’impiego di Atacms e Storm Shadow in Russia, nonché l’utilizzazione di mine antiuomo statunitensi nel conflitto».

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Putin: «Conflitto mondiale»

Con gli attacchi missilistici occidentali in Russia, il conflitto in Ucraina ha assunto un «carattere globale», ha detto Vladimir Putin in un discorso televisivo sulla situazione in Ucraina. Mosca «ha il diritto» di colpire i Paesi le cui armi sono utilizzate da Kiev contro Mosca e, in caso di escalation, noi risponderemo in modo deciso e in modo simmetrico.





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