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Casa, diecimila famiglie aspettano un alloggio: in Veneto ci sono quasi 8 mila edifici sfitti


di
Silvia Madiotto

Report di Ater. L’assessore regionale: «Stiamo sostenendo il più possibile la ristrutturazione e messa in sicurezza degli immobili da mettere in graduatoria»

Fra coloro che cercano casa ci sono anche le famiglie che un affitto (figuriamoci un mutuo) non se lo possono permettere, talvolta sotto sfratto nel mercato libero: nuclei in condizione di fragilità economica e sociale che chiedono accesso a un immobile Erp di edilizia residenziale pubblica, con un canone agevolato. In base al report 2023 ci sono quasi ottomila alloggi sfitti in Veneto che non sono disponibili per rispondere a una domanda perfino superiore, altri novemila nei quali sono in corso lavori di manutenzione per circa 20 milioni di euro. 

I soldi del Pnrr

A conti fatti, considerato che il patrimonio immobiliare delle Ater venete ammonta a poco meno di 41 mila alloggi, uno su cinque non è occupato. Il fatto è che ci sono 10.360 soggetti che aspettano una casa: dalle 351 domande ferme di Belluno alle 2.276 di Verona. Il contraltare di questo dato è che le assegnazioni prese dalle liste d’attesa l’anno scorso sono state 130. Significa che la risposta ai cittadini arriva con ritardo e in misura nettamente inferiore alle aspettative: non ci sono abbastanza immobili a disposizione per colmare una domanda che negli anni continua a crescere e a incrementare le criticità sociali. «Il principale obiettivo che ci siamo posti è ridurre il numero di alloggi sfitti nelle disponibilità del patrimonio Erp – spiega l’assessore regionale all’edilizia residenziale Cristiano Corazzari -, per questo stiamo sostenendo il più possibile la ristrutturazione e messa in sicurezza degli immobili da mettere in graduatoria, affinché possano coprire una domanda molto alta. A tal fine, abbiamo in opera un finanziamento straordinario di 14 milioni di euro di fondi Fsc. Nelle prossime settimane saranno destinati all’edilizia pubblica, non a nuove costruzioni ma manutenzioni ordinarie e straordinarie che oggi tengono ferma la gran parte del patrimonio. E abbiamo già impegnato 100 milioni di euro del Pnrr per questa finalità».




















































I numeri

I numeri sono stati illustrati ai consiglieri regionali nel corso di una commissione congiunta a ottobre. Le Ater del Veneto alla fine del 2023 contavano 341 dipendenti e un patrimonio netto di 1,2 miliardi di euro, 81,4 milioni di euro di crediti e 69,8 milioni di debiti. Gli alloggi sono 40.804 dei quali 36.278 di proprietà e gli altri in gestione. Complessivamente, contando le sette province, 7.850 sono gli alloggi sfitti (fra di proprietà da recuperare, in gestione da recuperare e in attesa di assegnazione), mentre 8.916 sono interessati da interventi di manutenzione per essere rimessi sul mercato pubblico (la spesa totale dell’operazione è di oltre 20 milioni di euro). Il patrimonio immobiliare di proprietà o gestito dalle Ater venete non è considerato sufficiente dagli stessi uffici regionali: né per qualità, né per numero degli alloggi. Le case non bastano per soddisfare la domanda che arriva dal territorio e dai Comuni. Per questo vengono acquisiti nuovi immobili e sistemati, con manutenzioni più o meno impattanti, quelli esistenti. «Con il bilancio di previsione 2025 introdurremo uno sconto fiscale per le Ater: garantirà alle agenzie territoriali di trattenere complessivamente circa 5 milioni di euro, che potranno essere poi destinati alla spesa corrente per far fronte a diversi problemi, in particolare le manutenzioni e le spese e i canoni non pagati dagli inquilini» continua Corazzari. Viene abolito, in sostanza, un canone che vale lo 0,4% della locazione e che va versato dalle Ater alla Regione. «Abbiamo anche modificato la legge per introdurre progetti di social housing per le aziende sanitarie con carenza di personale: l’Ater può dare una quota del proprio patrimonio per un progetto di valore sociale».

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Affitti più alti

Capitolo canoni: le Ater del Veneto incassano affitti per 56 milioni di euro, ma pesa molto il fattore morosità: mancano oltre 18 milioni di euro di canoni non corrisposti. La provincia con la quota maggiore di inquilini in ritardo nel pagamento è Treviso, con quasi un nucleo su dieci (e 2,6 milioni di arretrati); dall’altro lato della medaglia c’è Vicenza, con il 2,2% (e 418 mila euro di arretrati). Se la prospettiva diventa quella degli «affitti» più alti, Padova registra una media di 164 euro; a Rovigo la media è di 113 euro.

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22 novembre 2024



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