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«Il Pug revocato? Uno sgambetto al futuro della città»


«Ha buttato via un Pug già pronto, per un capriccio più che per una visione concreta della città». L’ex sindaco di Lecce Carlo Salvemini non usa giri di parole per commentare la decisione del primo cittadino, Adriana Poli Bortone, di bloccare nell’ultima giunta il suo Piano. Continua lo scontro politico sull’adozione dell’importante strumento urbanistico.
Consigliere Salvemini, la giunta ha revocato il suo ultimo atto sul Pug. Perché?
«Per pura irresponsabilità, tesa ad annullare un lavoro serio e approfondito durato anni, del quale si sbarazza semplicemente per pregiudizio politico. Nelle scarne tre pagine della delibera di revoca non c’è traccia di ragioni di illegittimità, che pure nelle settimane scorse sono state incautamente sollevate. Per scelta della sindaca, Lecce resterà governata da un PRG concepito negli anni ‘80 e approvato nel 1989, oltre quarant’anni fa». 
L’assessore all’Urbanistica Gianpaolo Scorrano ricorda che lei ha fatto la stessa cosa con il suo predecessore Perrone.
«È una grandiosa sciocchezza. Nel 2017 noi revocammo in autotutela una delibera che attestava falsamente come acquisiti i pareri di enti sovraordinati. La stessa Autorità di Bacino intervenne con una nota per segnalare la mancanza degli studi idrogeomorfologici, necessari non solo per approvare il Piano, ma soprattutto per pianificare in maniera corretta, tenendo conto delle fragilità del territorio. Nei successivi tre anni ci preoccupammo di dotare l’amministrazione di quegli studi e ripartimmo dal Documento programmatico preliminare ereditato dalla precedente amministrazione. Fino a ottenere, caso più unico che raro, il parere dell’Autorità di Bacino senza prescrizioni. Scorrano, che all’epoca da consigliere di maggioranza criticò il Pug di Perrone, è in evidente difficoltà. Spieghi piuttosto ai cittadini, alle categorie produttive, alle realtà industriali che cercano spazi per investire perché sta buttando a mare un Pug pronto». 
Nella revoca è prevista la costituzione di un comitato che traccerà le nuove linee guida, a titolo gratuito. Aprendo un nuovo fronte di scontro con gli ordini professionali.
«La gratuità presuppone un dono, e io diffido di chi si fa promotore di doni in urbanistica. È un modo di operare opaco e preoccupante. Non a caso gli Ordini professionali ne hanno preso le distanze, difendendo l’onorabilità delle categorie professionali che rappresentano. Il Pug oggi è noto alla città, modificarlo, eventualmente, spetta alla Giunta e agli uffici in un percorso trasparente e condiviso con la cittadinanza, in linea con la legge, cioè con le prescrizioni del Documento regionale di assetto generale. Non spetta a un non meglio precisato “comitato” che lavora gratuitamente».
Il comitato traccerà le linee guida. Poi si dovrà però passare alla redazione del Pug vero e proprio. Probabilmente ci sarà un nuovo incarico e si spenderanno altri soldi pubblici. 
«Per ora dalle parole della sindaca sono emerse solo evocazioni generiche. L’unica volontà chiara è quella di cementificare la campagna tra la città e il mare, che viene enunciata con la perifrasi “avvicinare la città alla costa”. Altri temi, come l’allargamento della Zona industriale, la realizzazione di parcheggi di interscambio, il parco costiero delle marine e gli approdi di Frigole e San Cataldo sono già presenti nel Pug che si è scelto di fermare. E che, se modificato, dovrà ottenere nuovamente tutti i pareri, compreso quello dell’Autorità di Bacino. Uno sperpero di denaro pubblico, frutto di un capriccio, più che di una visione concreta di città». 
Si è pentito di non aver portato il Pug in Consiglio per l’adozione? Tecnicamente era tutto pronto? È stata solo una scelta legata alla vicinanza delle elezioni? 
«Avrei voluto arrivare all’approvazione in un momento più sereno della consiliatura, e ci saremmo riusciti se la pandemia non avesse rallentato i lavori. Non ho voluto costringere il Consiglio comunale a un tour de force in campagna elettorale per l’analisi in Commissione del Piano. Insieme a tutte le forze politiche della coalizione abbiamo dunque deciso di presentare il Piano alla città e di impegnarci ad approvarlo come primo atto della nuova consiliatura. Oggi il Piano è lì, pronto per la discussione in commissione e l’approvazione in Consiglio. È l’occasione che abbiamo per fare tutti un passo avanti. Azzerare questo lavoro non significa fare uno sgambetto al sottoscritto e alla mia amministrazione, ma al futuro della città».
Scorrano, comunque, assicura che salverà quanto di buono è stato fatto.
«Dalle dichiarazioni dell’assessore ho colto una preoccupante volontà di restare immobile sul tema dell’abusivismo sulla costa, che già oggi mette in serio pericolo le abitazioni che sorgono sulla riva del mare e la vita di chi le usa, seppur solo in estate. Forse Scorrano pensa che le alluvioni si verifichino solo in televisione.

Nel caso, gli consiglio di dare un’occhiata agli studi condotti dal Centro euromediterraneo per i cambiamenti climatici. Sono inclusi nei materiali del Pug che lui ha bloccato. Noi, partendo dalla volontà di sanare questa ferita, avevamo previsto incentivi pari al 200% della volumetria legittima insediata nelle aree a rischio idraulico, per la delocalizzazione in aree sicure. Un patto trasparente di cittadinanza, per salvare il territorio e scongiurare rischi. Lo vogliono bloccare. Per fare cosa? Non lo ha capito nessuno».





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