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“Vannacci? Vada con Rizzo. Il Veneto non si tocca”. Parla Marcato


“Troppo comodo sfruttare la macchina elettorale della Lega e poi flirtare con candidati terzi”, l’assessore di Zaia risponde al generale. “Aspetto provvedimenti: di questi tempi Salvini ha espulso per molto meno. Il Veneto? Sarà deciso dai veneti: Vannacci e Roma non provino a immischiarsi”


È il ringhio del territorio. Botte da Lega e dintorni: Marcato accusa, Vannacci risponde via Foglio e sempre qui Marcato contrattacca. “Un generale abituato al comando dovrebbe avere il dono della chiarezza”, la stoccata dell’assessore veneto allo Sviluppo economico. “Invece ogni volta che parla viene frainteso. Nel migliore dei casi è un ingenuo: se dice che gli dispiace non essere andato alla presentazione di un candidato terzo alla presidenza in Umbria – Marco Rizzo di Democrazia sovrana e popolare, ndr – è un chiaro messaggio elettorale”. Nel peggiore, invece? “Diciamo che mi vengono i brividi anche solo a parlare di Decima”. Vannacci, ci ha spiegato lui, si riferiva all’altro protagonista dell’evento perugino: il presidente del suo movimento Il Mondo al Contrario. “Evidentemente non conosce l’abc della politica. Ha commesso un errore grossolano, secondo me grave. Spero che ora il Congresso federale faccia le opportune valutazioni: qualsiasi altro leghista sarebbe stato espulso all’istante. Ed essere indipendente non significa prescindere dalle strategie del partito che l’ha portato in Europarlamento. Ha usato la nostra organizzazione, la nostra capillarità territoriale. Troppo comodo. Dice che sono voti suoi? Allora la prossima volta vada alle urne con Rizzo. E vediamo”.

Il paradosso, Pontida alla mano, è che il pesce fuor d’acqua nel Carroccio sovranista non sembra più Vannacci. Ma lo stesso Marcato, l’irriducibile nordest. “Non mi preoccupa”, la replica. “Milito in questo partito dal ’92. Vivo in Veneto, conosco il mio elettorato e so che cosa vuole. Di certo non il generale, che sull’autonomia ha già detto che gli basta la riforma del Titolo V. Ma siamo matti?” Bestemmia contro Zaia. “Che la Lega sia da sempre un contenitore post-ideologico è un valore enorme. Dunque posso anche capire che Salvini, per pura tattica, abbia accolto Vannacci. Ma strategicamente è allarmante: uno così non rappresenta nulla dei nostri valori identitari. Che al contrario vanno recuperati: negli ultimi anni, la giusta operazione di allargamento dei confini leghisti ha un po’ annacquato il nostro messaggio. Cioè essere il detonatore delle diversità territoriali, del federalismo, del decentramento. Dei piccoli imprenditori. Non so quanto possa durare, il giochetto del generale”. Decima…ti, Marcato spernacchia sui social.

E però, il bulldog di Zaia abbaia tanto ma finora non morde. “Ah sì? Allora vi ribadisco che il prossimo candidato per la regione Veneto è della Liga, punto. Un veneto deciso dai veneti. Non da Roma: se la mettano via”. Altrimenti? “Siamo pronti con il tridente d’attacco: lista Zaia, civici autonomisti e Liga veneta. Da soli”. Salvini e soci permettendo. “Fermi tutti: Vannacci non deve mettere bocca sulle nostre questioni. E i vertici federali non si intromettano. Non è una minaccia, ma una constatazione”. Quando riveliamo a Marcato che il generale starebbe considerando un tour nelle prossime regioni al voto, Zaiastan incluso, quasi gli viene un colpo. Balbetta. Poi si morde la lingua: “Il Veneto è accogliente con tutti. Basta che ci lascino fare. E la mia, finalmente, non è più una voce fuori dal coro”.

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È questa la novità. Non si tratta più delle barricate dei soliti noti, da Villanova a Marcato. “Ormai lo dice pure il segretario Stefani”, salviniano della prima ora. “Ma prima di tutto, in fin dei conti, veneto”. Una valanga sul centrodestra: “La scelta del candidato deve partire dal territorio”, gli fa eco Antonio De Poli, senatore dell’Udc. Spiega Marcato che “è in corso un compattamento nuovo, un cambio di atmosfera importante. La Liga è tornata a dire ‘Paroni a casa nostra’. Con Zaia o chiunque di noi gli succeda. Dovrebbe essere naturale, per un partito federalista come il Carroccio, che siano i territori a scegliere”. Pare che Vannacci voglia comporre personalmente le prossime liste regionali della Lega in Toscana. Chissà oltre il Po. “Lo aspettiamo al varco. Lui e tutti gli altri”.





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