Sabato 23 novembre Performing the Club presenta la performance “Decoding it the hard way” di Flip the Coin, in occasione della techno night GENAU. Il progetto che mette in connessione arte contemporanea e club culture, debutta negli spazi del nuovo Q35 Warehouse, con inizio della performance alle ore 22:30.
Nel mondo dell’arte contemporanea l’interazione tra tecnologia e performance sta diventando sempre più centrale. Un esempio emblematico di questa fusione è “Decoding it the hard way“, del duo artistico austriaco Flip the Coin: un progetto che invita il pubblico a riflettere sulle connessioni e le interazioni in un contesto di rete criptata.
Utilizzando due rack di server, cablati tra loro con 96 cavi di rete, la performance simboleggia le connessioni rivelate tra gli individui e le tecnologie che ci circondano. I cavi rappresentano i legami, la rete, la comunicazione, un’interazione che, sebbene invisibile, è fondamentale per la nostra esistenza quotidiana.
Ogni cavo è direttamente collegato a parametri sonori. Ognuno reagirà in modo diverso a ogni sollecitazione. Nell’unico modo di interagire, dare un senso e decifrare il sistema, la performer proverà a causare interruzioni visive e uditive tirando, sforzando, colpendo e lanciando i cavi.
Questo apparentemente svela la Black Box, ma nel farlo, il corpo estraneo diventa sempre più parte del sistema stesso e annega nelle connessioni.
La forza a tratti brutale della danzatrice e coreografa Lea Karnutsch si manifesta in ogni nota, in ogni movimento, creando un’atmosfera che coinvolge il pubblico in un dialogo attivo, e lo sforzo e la trazione dei cavi alterano e distorcono il suono nella sua consistenza e nella metrica. La musica suonata dal vivo del compositore e artista multimediale Ferdinand Doblhammer diventa un veicolo per amplificare l’impatto emotivo delle loro azioni ed esplorare le tensioni e le armonie delle relazioni tra i performer e il pubblico presente.… leggi il resto dell’articolo»
La serata proseguirà con i dj set a cura di GENAU e della special guest Nur Jaber.
Il ticket è valido per entrambi gli eventi: https://bit.ly/flipthecoin-performance
Note biografiche
Lea Karnutsch ha studiato danza contemporanea e classica presso la Music and Arts University della città di Vienna. Come ballerina ha lavorato al Theater an der Wien e al Kultursommer Wien. È stata invitata a esibire le sue coreografie al DOCK11 di Berlino, al CerModern di Ankara e allo Stadttheater Augsburg. Nel 2019 ha ricevuto l'”Austrian Art Award”, presidente della giuria Christian Ludwig Attersee, per la sua creazione Vacuity. Oltre al suo lavoro con coreografi nazionali e internazionali come Nikolaus Adler, Liz King e Lorena Randi, attualmente sta studiando nel programma di master “studi di musica e danza” a Salisburgo. Dall’inizio del 2021 Lea Karnutsch ha avviato una collaborazione continuativa con l’artista multimediale e musicista Ferdinand Doblhammer. Insieme stanno sviluppando e ricercando nuove forme innovative di spettacoli teatrali con l’obiettivo di fondere danza, musica, installazioni e arte digitale.
Ferdinand Doblhammer, nato nel 1996, lavora nei campi della media art, musica e design. Le sue opere trattano della sicurezza dei dati in un ambiente di virtualizzazione in continua crescita, che ha provocato confini e attraversamenti di confine. Cerca di evidenziare i problemi riguardanti le politiche dei media nel nostro mondo odierno attraverso l’uso di realtà aumentata, video e installazione. Dal 2021, insieme alla ballerina e coreografa Lea Karnutsch, realizza performance interdisciplinari che si sviluppano tra danza e media art, e con lei ha co-fondato il collettivo Flip the Coin. Ferdinand Doblhammer ha partecipato a diverse mostre in location quali Gallerie Krinzinger di Vienna, Criatech Festival Aveiro (PT), Parallel Vienna 2020, le serie Ok&Jetzt alla 12-14 contemporary Gallery Vienna e al Medienwerkstatt Wien. Nel 2019 ha lavorato con Chico MacMurtrie alle “border crosser performances”, che sono state mostrate a New York, Monaco e Vienna. Ha studiato arti digitali presso l’Università di Arti Applicate di Vienna guidata da Ruth Schnell terminando con il suo lavoro di diploma “Sibling Inference”. Si è esibito come musicista a Leicester, Budapest e Berlino, e ha pubblicato musica su varie etichette tra Regno Unito e USA.
Performing The Club è il progetto di Cristina Baù che mette a confronto due mondi apparentemente opposti, quello dell’arte contemporanea e quello della club culture. Indagando il rapporto tra clubbing, musica, performance art, visual art e danza, attraverso il coinvolgimento del pubblico che vive in presa diretta ogni singola performance, si creano nuove prospettive che possono avvicinare appunto gli interessi e le passioni degli uni e degli altri, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo. Ripartendo da forme alternative di utilizzo di location non convenzionali, come ad esempio i club, lo spazio stesso diventa contenitore di forme di arti performative più elaborate e raffinate, in cui le emozioni di chi le esegue si fondono con le sensazioni di chi ne fruisce.
Q35 Warehouse, una nuova era per la nightlife torinese. La città si arricchisce di una venue innovativa e all’avanguardia: una warehouse dedicata alla musica underground che punta a ridefinire i confini dell’intrattenimento. Il sound system L-Acoustic K3, tra i più avanzati al mondo, garantisce un’esperienza sonora senza precedenti. Ma non è solo la tecnologia a fare la differenza. L’atmosfera, curata nei minimi dettagli, e la selezione musicale attenta e ricercata renderanno ogni clubnight un’esperienza unica e indimenticabile. Un luogo dove perdersi nella musica.
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