Si è svolto ieri a Potenza, nell’auditorium del parco del seminario, l’attivo unitario organizzato da Cgil e Uil Basilicata in vista dello sciopero generale indetto dai sindacati confederali il prossimo 29 novembre in tutta Italia. “Il Governo Meloni – affermano Cgil e Uil – non ha prodotto le risposte attese alle nostre richieste: le modifiche necessarie alla manovra finanziaria sui temi del lavoro, del fisco e delle pensioni restano inascoltate. Per questo abbiamo indetto uno sciopero generale di 8 ore per il prossimo 29 novembre in tutta Italia e che vedrà anche la Basilicata protagonista con una manifestazione in piazza Prefettura a Potenza”. “Una legge di bilancio che giudichiamo pessima, che non affronta i problemi e non dà un futuro al Paese – ha detto nel suo intervento di apertura dei lavori il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega – Si è aperta una lunga stagione di mobilitazione che va avanti al di là della sigla di rappresentanza. Il Governo ci infliggerà sette anni di austerità con perdita del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati causata da un’inflazione da profitti, crescita della precarietà e del lavoro nero e sommerso, tagli ai servizi pubblici, a partire da sanità, istruzione, trasporto pubblico, enti locali, assenza di una politica industriale e tagli agli investimenti, ritardi nell’attuazione del Pnrr e nessuna strategia per il Mezzogiorno”. A ciò si aggiunge “l’attacco alla libertà di manifestare il dissenso con il disegno di legge Sicurezza. E intanto si va spediti sul collegato lavoro, che modificherà profondamente il mondo del lavoro, peggiorando le condizioni di lavoratrici e lavoratori. Un provvedimento che non farà altro che aumentare la precarietà, i contratti brevi e il lavoro povero”. Per Mega “tutto ciò avrà ripercussioni pesantissime sulla piccola Basilicata che, in questo momento rappresenta pienamente il quadro di crisi e di abbandono che affligge ampie aree del nostro Paese. La Basilicata non può più restare spettatrice passiva di un sistema che rischia di desertificare non solo il territorio, ma anche il futuro stesso delle nuove generazioni. Dalla crisi idrica, per la quale paghiamo adesso, con la crisi climatica in corso, lo scotto di anni di incuria di una classe dirigente regionale, alla transizione energetica mal governata che porterà a una desertificazione industriale oltre che a rischi ambientali. E veniamo così alla grave crisi industriale allo stabilimento Stellantis di Melfi e del suo indotto, con migliaia di lavoratrici e lavoratori a rischio. E poi la sanità, che in Basilicata sta vivendo una situazione di crescente criticità con carenze strutturali e di personale, i lunghi tempi di attesa e la difficoltà di accesso alle cure, mentre ogni anno centinaia di giovani lasciano la Basilicata per costruire un futuro altrove. E se queste sono le premesse, cosa ne sarà della nostra piccola Basilicata con l’autonomia differenziata, la cui stessa sussistenza è messa in pericolo da questa legge scellerata? Se verrà meno la tutela del diritto alla salute dei lucani e, insieme il diritto all’istruzione e il diritto alla mobilità, verrà meno il diritto di cittadinanza”.
Per il segretario generale della Uil Basilicata, Vincenzo Tortorelli, che ha chiuso l’attivo, “lo sciopero generale del 29 novembre ha motivazioni nazionali che nella nostra realtà assumono particolari significati: quattro lucani su dieci hanno rinunciato a prestazioni sanitarie necessarie per motivi economici; il potere d’acquisto delle famiglie della nostra regione è in calo, alimentando un crescente fenomeno di povertà, come rileva la Caritas. Nel 2023, l’indicatore di povertà relativa ha superato la media nazionale del 6,5% e continua a crescere, lasciando migliaia di cittadini in difficoltà. La scarsità di politiche di welfare efficaci stanno aggravando le disuguaglianze sociali e mettendo in serio pericolo il futuro delle nuove generazioni. Per tutto questo non possiamo e vogliamo restare indifferenti alle istanze di crescente sofferenza delle persone, che stanno facendo fatica e hanno poche opportunità. La manifestazione del 29 novembre diventa una richiesta di giustizia sociale”. Tortorelli ha posto l’accento sul “taglio di 4,6 miliardi di euro al fondo automotive, per cui l’impegno del ministro Urso al recupero di qualche centinaia di milioni di euro sono un duro colpo a Stellantis e a tutto il settore automotive e della componentistica” e sulla spesa del Pnrr, “che anche in Basilicata arranca. Le uniche certezze a oggi riguardano gli obiettivi e i target, che sono stati spostati nei prossimi due anni, con l’effetto di creare un ’collo di bottiglia’ e il conseguente rischio di non riuscire a raggiungere tutti i risultati, e la lentezza della spesa: a luglio di quest’anno abbiamo utilizzato solo il 26,4% (51,3 miliardi di euro) del totale delle risorse messe a disposizione dall’Europa”. Un altro tema cruciale è la sicurezza sul lavoro. “Nonostante le celebrazioni ufficiali alla Camera e al Senato dedicate alla sicurezza, dove parlano tutti tranne le parti sociali, la situazione non cambia: i morti sul lavoro – ha detto Tortorelli – continuano ad aumentare. In questa manovra, da quanto abbiamo potuto osservare, non è previsto neanche un euro di investimento per migliorare la sicurezza sui luoghi di lavoro. A oggi – ha concluso – non ci sono i margini per modificare la manovra, che è stata presentata come blindata, e pertanto non ci resta che chiamare lavoratrici e lavoratori allo sciopero. Sarà anche l’occasione per richiamare il Governo regionale alle sue responsabilità per l’emergenza idrica e per l’emergenza sociale praticando la strada della concertazione con i sindacati per mettere in salvo la Basilicata attraverso un piano straordinario basato sul patto sociale per la tenuta della Basilicata e per dare risposte alle nostre comunità prima che sia troppo tardi e che altri lavoratori-fantasma si aggiungano agli attuali precari”.
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