Sindacati
Perplessità espressa da Giuseppe Caramanna in riferimento alle recenti dichiarazioni di Jean-Marc Chery, amministratore delegato della multinazionale con una sede alla Zona Industriale
“STMicroelectronics, durante il Capital Markets Day, ha annunciato l’intenzione di ridurre i costi entro il 2027 offrendo un quadro strategico che solleva interrogativi e preoccupazioni per i lavoratori e le loro rappresentanze. L’azienda parla di tagli “nella fascia superiore a una forchetta a tre cifre”. Espressione vaga, ma indica chiaramente un ridimensionamento significativo con possibili impatti su stabilimenti e processi produttivi”.
Lo afferma Giuseppe Caramanna, coordinatore nazionale Uilm per le relazioni sindacali con Stm e segretario generale della Uilm di Catania, commentando recenti dichiarazioni di Jean-Marc Chery, amministratore delegato della multinazionale. Aggiunge Caramanna: “Due interventi, tra le principali azioni già individuate dal management di Stm, avranno un impatto significativo il blocco delle assunzioni e il piano di prepensionamento. Quindi, conseguenze facilmente prevedibili in fatto di evoluzione e ampliamento della forza lavoro oltre all’insorgere di lacune operative e perdite significative di competenze ed esperienze professionali”.
“A Catania, specificatamente, emergono poi ulteriori preoccupazioni legate alla gestione delle risorse umane nel manufacturing – dice ancora l’esponente sindacale – La situazione attuale è caratterizzata da un clima di conflittualità e malcontento crescente tra i lavoratori, attribuito alle modalità di gestione e a un deficit di supervisione diretta, strutturata, da parte dei vertici aziendali che consente comportamenti capaci di alimentare frizioni e ridurre le motivazioni. La gestione delle risorse umane esige la capacità di far prevalere gli interessi collettivi, dell’organizzazione e del personale, sugli obiettivi personali o diventa un pericoloso fattore di destabilizzazione per la serenità del personale con evidenti riflessi negativi sulla produttività. Questo accade nello stabilimento catanese e il problema sembra noto a tutti i livelli, ma difetta la decisa volontà di affrontarlo”.“Come organizzazione sindacale – conclude Giuseppe Caramanna – riteniamo inaccettabile questa situazione e ribadiamo il nostro impegno a monitorare l’attuazione delle strategie aziendali garantendo trasparenza e tutela dei lavoratori, a denunciare prassi arbitrarie e contrarie alle norme sia a livello locale che aziendale, a promuovere un confronto costruttivo con l’azienda per ripristinare un clima di collaborazione e di rispetto in fabbrica. Invitiamo, dunque, i vertici aziendali a intraprendere azioni immediate per rivedere il modello gestionale e a fornire rassicurazioni chiare e concrete sul futuro dei lavoratori coinvolti nel cosiddetto ridisegno della base manifatturiera. In caso contrario, agiremo in ogni sede opportuna per difendere i diritti dei lavoratori e per assicurare che l’azienda rimanga fedele a quei valori di responsabilità sociale determinanti per il suo successo”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
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