Milano fa parte della storia della moda italiana, così come la moda rappresenta uno dei principali motori della città. Un legame ormai indissolubile e che dagli anni ’80, quando abbiamo assistito alla nascita del Made in Italy grazie ai grandi stilisti come Giorgio Armani o Gianni Versace, è stata uno dei simboli dell’Italia nel mondo. Nonostante questo forte legame, negli anni si è parlato molto dell’assenza di un museo della moda, sopperita da istituzioni come Palazzo Morando, che ospita il Museo del Costume e della Moda, o da iniziative private come le fondazioni.
Ma a rafforzare ulteriormente il legame di Milano con la moda, e raccontarne i momenti più importanti, è stato creato alla Triennale Milano il dipartimento dedicato alla moda, affidato alla consulenza scientifica di Luca Stoppini, si pone l’obiettivo di «indagare la moda come terra di interferenze con altre espressioni culturali della contemporaneità». Intervistato da “Pambianco News” ha raccontato di come la moda arricchirà le collezioni del museo: trattata come area di ricerca e divulgazione, verrà messa in relazione alle opere del museo per assonanze compositive tra forme, materiali, periodi storici e idee progettuali.
Dopo una fase pilota, infatti, a ottobre 2024 il dipartimento ha inaugurato le sue attività con l’allestimento Forme Mobili, che esplora le relazioni tra corpo e silhouette, gesto e struttura, in un percorso in cui gli oggetti delle collezioni di Triennale Milano sono organizzati in dieci sezioni e in cui i temi scelti rappresentano le costanti del design italiano. Il percorso culmina nella Design Platform, spazio dedicato a mostre temporanee di designer contemporanei e a nuove forme, dove attualmente si trova una mostra dedicata alla fashion designer Monica Bolzoni. L’esposizione evidenzia alcuni aspetti chiave del lavoro della designer, il cui metodo progettuale si riflette non solo nei capi e negli accessori, ma anche nella grafica e nel packaging, ma anche nel rapporto tra materiali e forme, lo sguardo sulla cultura contemporanea, elementi comuni sia alla moda che alla tradizione del design e dell’architettura d’interni.
Fino al 16 marzo 2025, inoltre, Triennale Milano ospita la mostra dedicata a Elio Fiorucci e alle sue dimensioni creative. Designer, cool hunter e imprenditore il cui brand, a partire dagli anni Sessanta, ha rivoluzionato il costume, la moda e la scena dell’arte contemporanea in Italia attraverso il ready-to-wear iconico e concept store intriganti, con un mix eclettico di abbigliamento, dischi, pubblicazioni e oggetti inediti provenienti da tutto il mondo. Veri e propri punto di riferimento per happening e performance oltre che palcoscenici per la musica e l’arte contemporanea capaci di attrarre intellettuali, performer e artisti. La retrospettiva di Triennale Milano ha un intento biografico e include le vicende umane, imprenditoriali e culturali di Elio Fiorucci, portando uno sguardo nuovo sulla sua figura e ripercorrendo anche alcuni momenti personali raccontati dalla voce dello stesso Elio Fiorucci, resa attraverso registrazioni fino a ora inedite.
«La moda va sviluppata e messa in connessione con il tempo che vive e con altri ambiti», ha raccontato Luca Stoppini, continuando: «Il nostro è un approccio divulgativo e dinamico, che si basa sia su acquisizioni che su prestiti e comodati d’uso. Triennale è casa del Museo del Design e, come tale, della moda ci interessano l’esercizio del disegno, gli aspetti di progettazione e di ricerca sulle forme». Per quanto riguarda il futuro, invece, ha commentato: «A gennaio (2025, ndr.) porteremo a Parigi la mostra “Tailoring school – A journey into education”, co-prodotta con Kiton. La allestiremo alla Casa della Cultura Italiana, in accordo con la Fédération de la Haute Couture et de la Mode, durante la fashion week maschile. A febbraio (2025, ndr.), invece, ripeteremo con un nuovo giornalista i talk che l’anno scorso avevano visto protagonista Cathy Horin. Stiamo sviluppando poi delle conversazioni tra un nome della moda e un intervistatore che verranno registrate in Casa Lana (la residenza privata progettata negli anni Sessanta da Ettore Sottsass, oggi allestita alla Triennale), oltre a presentazioni di libri sul settore, come fatto con Iceberg poche settimane fa».
[📸 triennale.org]
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