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Sbarchi in Italia nel 2024: quanti sono i migranti irregolari, da dove arrivano e quali regioni li ospitano




Cosa dicono i numeri sugli sbarchi in Italia dei migranti irregolari nel corso del 2024? C’è un calo sensibile rispetto all’anno precedente e il trend evidenzia un cambio di passo sui medesimi dati del 2023. L’arrivo di migranti sulla penisola nel periodo compreso tra gennaio e la prima metà di novembre, a poco più di n mese dalla fine del 2024, consente di analizzare il flusso, la provenienza, la meta.

Al netto di scelte e interventi che rimandano direttamente alla politica e alle azioni di Governo e Parlamento, permane una situazione che, con l’ausilio dei dati rendicontati dal Viminale, possiamo provare a delineare. Primo dato: il calo c’è.

Va ricordato che per migrante irregolare si intende qualunque soggetto che, non essendo cittadino di uno Stato membro dell’Unione europea, si trova in uno Stato membro dell’Ue senza un visto o un permesso di soggiorno validi, quindi sprovvisto dei requisiti legali per l’ingresso, il soggiorno o la residenza in un dato Paese.

Gli sbarchi in Italia nel 2024: numeri in calo sul 2023
Gli sbarchi in Italia nel 2024: la rotta libica
La nazionalità dei migranti irregolari e il numero di decessi
Centri di accoglienza in Italia: dove sono e chi ospitano

Gli sbarchi in Italia nel 2024: numeri in calo sul 2023

Il dato aggiornato al 21 novembre 2024 parla di 60.509 sbarchi di migranti lungo le coste italiane. Un numero che è nettamente inferiore rispetto agli oltre 151 mila dell’anno passato, dal punto di vista dei fenomeni migratori molto complesso. Ed erano di più anche quelli del 2022, nella fattispecie 94.343.

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Al di là del posizionamento politico nell’approccio al fenomeno – che sia di contrasto o di ausilio – ciò che provano a restituire i numeri è la capacità di prevenire e gestire la criticità: i dati del 2024 certificano l’azione svolta dal Governo Meloni per fronteggiare e tenere sotto controllo il fenomeno. Un passo in tal senso importante sono stati gli accordi con i paesi dell’area del Mediterraneo per il pattugliamento delle coste africane, così da prevenire la partenza di barconi e scafi.

L’altro elemento interessante è il ruolo – sempre più centrale – dei centri o dei progetti di accoglienza dislocati lungo la penisola. Qual è la rotta che seguono i migranti che arrivano in Italia?

Gli sbarchi in Italia nel 2024: la rotta libica

La provenienza dei migranti irregolari sbarcati in Italia nel corso del 2024 porta in Libia, la principale rotta – prima di approdo, poi di ripartenza – per giungere in Italia passando per le coste siciliane: buona parte dei migranti – in una percentuale che supera il 60% – passano da lì.

La rotta libica, negli ultimi due anni, ha scalzato quella tunisina: sono circa 36mila (dodicimila in meno sul 2023) i migranti partiti dalla Libia contro i 18mila che hanno optato per la rotta tunisina (80% in meno rispetto al 2023). Gli altri porti principali, tra i Paesi dell’area del Mediterraneo sono la Turchia e l’Algeria. Detto delle rotte – quindi dei porti di partenza – resta da capire chi sono i migranti irregolari che giungono in Italia.

La nazionalità dei migranti irregolari e il numero di decessi

Interessante è il dato delle nazionalità che vengono dichiarate al momento dello sbarco: sebbene dall’Africa si diramino le rotte principali e le vie di accesso, i migranti irregolari arrivano in larga misura dal Bangladesh (circa 12mila). Seguono Siria (11mila), Tunisia (7.500) ed Egitto (poco meno di 4.000).

Altre nazioni interessate sono Guinea (3.300), Pakistan (2.500), Eritrea (2.000), Sudan (1.900), Mali (1.500) e Gambia (1.400). Un migrante su cinque invece è considerato apolide, cioè senza nazionalità: si tratta di non meno di dodicimila persone tra coloro che arrivano in Italia via mare.

L’ultimo aggiornamento dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), effettuato a metà novembre, ha segnalato che sono state complessivamente 19.627 le persone fermate in mare e rimandate in Libia (17.141 uomini, 1.377 donne, 636 bambini e 473 di cui non è stato possibile determinare il genere).

Il bilancio delle vittime resta elevato, un dramma nel dramma: 568 persone sono morte e 738 risultano ancora oggi disperse lungo la pericolosa rotta del Mediterraneo centrale, per un totale di 1.306 vittime nel 2024.

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Si tratta di un dato in calo rispetto ai 2.498 morti o dispersi registrati nel 2023, ma va sempre ricordato che la rotta del Mediterraneo rimane una delle più letali, sebbene non è possibile tenere conto delle persone decedute lungo le rotte desertiche.

Centri di accoglienza in Italia: dove sono e chi ospitano

Il sistema dell’accoglienza in Italia è così strutturato: esistono Centri Governativi per Richiedenti Asilo, Centri del Servizio Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar), Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR). Sono oltre cinquemila le strutture temporanee (Centri di Accoglienza StraordinariCAS) con una capacità complessiva di oltre ottantamila posti e che accolgono il 73,9% dei migranti.

Al primo posto per numero di presenze ci sono Lombardia e Sicilia (rispettivamente il 13% e l’11% dei migranti), seguite da Lazio, Campania, Piemonte e Veneto con circa l’8% delle presenze ciascuna.

Altri tredici Centri Governativi, tra cui i Centri di primo soccorso e accoglienza (Cpsa), i Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) e i Centri di accoglienza a breve termine (Cda), accolgono il 7,1% dei migranti.

Ci sono poi 430 progetti della rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), che fa capo agli enti locali, la quale riesce a garantire accoglienza al 19% delle oltre 101 mila persone che soggiornano in Italia. Le Regioni con il maggior numero di migranti accolti dallo Sprar sono: Lazio (23,2%), Sicilia (22,6%), Calabria (9,1%), Puglia (8,8%) e Campania (5,3%). 



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