È diventato un piccolo caso, nella sinistra europea, la partecipazione di Sahra Wagenknecht a «Nova», la kermesse del Movimento 5 Stelle che comincia questo pomeriggio al Palazzo dei congressi di Roma. Da quanto apprendiamo, la notizia ha creato qualche malumore dentro gli esponenti della Linke, il partito della sinistra tedesca che sta coi 5S nel gruppo The Left e dal quale Wagenknecht ha organizzato la scissione per fondare il Bsw, il cui obiettivo è recuperare il voto della classe operaia bianca, a volte inseguendo l’agenda della destra su diritti, sicurezza e migranti.
GLI ELETTI a Bruxelles della Linke non vogliono rilasciare dichiarazioni in proposito, mentre dal M5S dicono che non c’è motivo di sospettare alcunché. L’equivoco fondamentale, spiegano i pentastellati, è che quello che vedrà la leader politica tedesca come ospite non è un congresso ma un evento cui partecipano personaggi di diversa estrazione politica (esperti, giornalisti, intellettuali) che serve a «capire dove va il mondo». Resta tuttavia il fatto che Wagenknecht sarà l’unica leader politica a partecipare, il che lascerebbe immaginare una relazione privilegiata. I 5S negano che ci sia un asse particolare con Bsw, si dicono interessati alle posizioni della formazione tedesca sul no alla guerra. I critici ipotizzano che la fascinazione per Bsw del M5S derivi dalla nostalgia del partito pigliatutto post-ideologico, che raccoglie consensi sia a destra che a sinistra. Ma Conte ha agganciato la sua leadership alla collocazione sul fronte progressista e alla possibilità di fare alleanze. Resta il fatto che lo stesso ex premier sa che deve in qualche modo distinguere il suo partito da quelli già in campo, dunque questa sfumatura rossobruna potrebbe fargli gioco.
Invitare al non voto è in contrasto con uno dei principi fondativi. Questo è il momento della base di decidere quello che il M5S deve essere Stefano Patuanelli
EMERGE ANCHE che i 5 Stelle avevano provato a portare a Roma un altro leader europeo (questa volta di sinistra senza alri aggettivi: si fa il nome di Jean-Luc Mélenchon de La France Insoumise) ma la sua partecipazione non si è concretizzata. Proprio martedì scorso, del resto, l’europarlamentare tedesco di Bsw Fabio De Masi ha preso parte all’evento «L’Ue tra guerra e recessione: quali sono le possibili vie d’uscita?» promosso al parlamento europeo da Danilo Della Valle, eletto nel M5S. C’erano anche Marc Botenga del Partito dei lavoratori belga (anch’esso membro di The Left) e, da remoto, il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio. Da tempo si vocifera dell’attivismo di Bsw per costituire un proprio gruppo a Bruxelles (per farlo servono almeno 23 deputati da sette stati membri, i tedeschi alle elezioni di giugno ne hanno guadagnato sei), ma dal Movimento 5 Stelle assicurano che non hanno alcuna intenzione di lasciare The Left, al quale sono approdati dopo la traversata della scorsa legislatura, che li ha visti nel limbo dei non-iscritti.
SARANNO probabilmente giornate un po’ stranianti, giocate su un doppio binario: mentre online si vota da giovedì su questioni che riguardano di fatto l’esistenza stessa del M5S (si va dagli argomenti politici da considerare privilegiati come la sanità, l’istruzione e la giustizia, alle questioni legate a statuto e codice etico: la cancellazione o la modifica del ruolo del garante, oppure la modifica di nome e simbolo), sul palco di «Nova» si alterneranno dibattiti e confronti tematici con personalità eterogenee come Joseph Stigliz, Luigi Zingales, Jeffrey Sachs, Michele Ainis, Marcello Veneziani, Nino Cartabellotta, Enrico Mentana.
RESTA L’INTERROGATIVO: Beppe Grillo oggi e domani che farà? Una volta accantonata l’idea della guerra legale e alluso in tutti i modi alla necessità di sabotare il percorso dell’assemblea costituente, adesso trapela la possibilità che il fondatore, che nei giorni scorsi è stato a Roma, possa intervenire in qualche forma ma «a distanza». Nel frattempo dal M5S si moltiplicano gli appelli al voto, serve che la metà dei circa 89 mila iscritti si esprimano per legittimare la consultazione, la maggioranza è obbligatoria per i quesiti sulle regole interne. «A vent’anni da quando ho iniziato, questo è il momento della più alta partecipazione e della capacità della base di decidere quello che il M5S deve essere – dice il capogruppo in Senato Stefano Patuanelli – Non ho mai visto un percorso così aperto, inclusivo, senza guida dall’alto. Sento tanti parlare di origini, il M5S è nato con il principio del quorum zero. Invitare al non voto è in contrasto con uno dei principi fondativi. Ognuno può dare e avere la propria opinione. Ma nessuno può dire che non si deve parlare di un tema o dell’altro o che possa invitare a non partecipare a un momento rifondativo del M5S».
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