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Licei e istituti tecnico-professionali del Veneto, la classifica: le scuole migliori per l’università e il lavoro


di
Roberta Polese

La mappa Eduscopio 2024 delle scuole superiori del Veneto: i risultati su base provinciale e un focus sul 2021 e l’«effetto Covid» 

Il tempo delle scelte, per i ragazzi delle scuole medie, è iniziato. Sono molti i fattori che intervengono nella delicata decisione dell’istituto da frequentare dopo le scuole dell’obbligo. In aiuto a ragazzi e genitori da oggi è on line «Eduscopio.it», il portale realizzato dalla Fondazione Agnelli che ogni anno stila la classifica degli istituti migliori a seconda di alcuni parametri.

Strumento e parametri

Le analisi e i confronti di Eduscopio si riferiscono a due compiti educativi ritenuti fondamentali: la capacità dei licei, ma anche degli istituti tecnici, di preparare e orientare gli studenti a un successivo passaggio agli studi universitari, e la capacità degli istituti tecnici e degli istituti professionali di preparare gli studenti a un positivo ingresso nel mondo del lavoro per quanti, dopo il diploma, non intendono andare all’università e vogliono subito trovare un impiego. Non ci sono però «punteggi», assegnati alle scuole, per capirci, non ci sono elementi che dicano quale sia il miglior liceo classico o scientifico della regione, più facile individuare questa caratteristica negli istituti tecnici a indirizzo tecnologico ed economico, perché a loro è assegnato un punteggio calcolato sul grado di occupazione e la coerenza tra studi e il lavoro in cui i diplomati sono impiegati.




















































Province e primati

Quanto alle classifiche, partendo da Venezia il liceo classico con risultati migliori è il Marco Polo, che scalza il Bruno-Franchetti che l’anno scorso era in prima posizione. Il tecnico che più di altri spinge gli studenti verso un approfondimento universitario è il Carlo Zuccante. A Padova il liceo classico Gian Battista Ferrari di Este «batte» il Tito Livio che l’anno scorso era primo e che quest’anno finisce in terza posizione. Nel Padovano lo Scalcerle, seguito dal Kennedy di Monselice e dall’Alberti, sono i tecnici che spingono più ragazzi verso l’università. A Verona in testa ai classici c’è il Maffei, seguito dal Mazza e dall’Enrico Medi di Villafranca, il tecnologico più performante dal punto di vista universitario è il Calabrese Levi di San Pietro in Cariano. A Treviso il classico migliore è il Primo Levi di Montebelluna, che si conferma in prima posizione come l’anno scorso, il Giorgi – Fermi di Treviso tra i tecnici è considerato il migliore per la spinta verso la laurea. A Rovigo il Bocchi-Galilei di Adria è il classico migliore mentre il tecnico in pole position è il Viola- Marchesini. A Vicenza il classico al top è il Brocchi di Bassano, e tra i tecnici «vince» l’Alessandro Rossi di Vicenza. A Belluno il classico migliore è il Tiziano, mentre tra i tecnici in prima posizione c’è il Segato. Se si guarda al tasso occupazionale dei tecnici il migliore è il Giuseppe Verdi di Valdobbiadene (86%), seguito dal Fermi di Bassano (81%), Galileo Ferraris di Padova (80%), Viola Marchesini di Rovigo (76%), Antonio della Lucia di Feltre (73%), Carlo Anti di Villafranca di Verona (71%).

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Focus 2021: gli effetti della Pandemia

Altro capitolo interessante dello studio è il focus sul 2021, primo anno post Covid su tutto il territorio nazionale: i diplomati di quell’anno hanno avuto voti alti alla Maturità, ma la loro «performance» universitaria è stata peggiore, la percentuale di quelli che non hanno dato neanche un esame aumenta dal 14 al 20 per cento. Peggiorano anche crediti universitari acquisiti rispetto al programma dell’anno e la media dei voti degli esami. Esiti migliori, invece, per i diplomati tecnici e professionali del 2021 che dopo la maturità non hanno proseguito all’università e hanno cercato un immediato inserimento nel mondo lavoro. Il loro tasso di occupazione secondo il criterio di Eduscopio sfiora il 35%, con una crescita di cinque punti rispetto ai diplomati del 2020. A fronte di questa crescita dell’indice occupazionale, si registra fra i diplomati del 2021 una leggerissima diminuzione della quota di chi non risulta occupato né iscritto all’università, ma soprattutto una più netta contrazione, rispetto all’anno prima, dei diplomati tecnici e professionali che si sono iscritti all’università. Va sottolineato che nell’insieme dei ragazzi diplomati nelle scuole tecniche e professionali del 2021 il tasso di occupazione di chi ha studiato in quelle scuole ritorna ai livelli pre-Covid, diventando sostanzialmente identico all’ultima annata a non avere risentito dell’effetto negativo della pandemia.

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21 novembre 2024 ( modifica il 21 novembre 2024 | 08:40)



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