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Il costo dei dolci di Natalie 2024: ecco l’analisi Codacons per pandoro, panettone e torrone al cioccolato



Gli amanti del pandoro e del panettone possono tirare un sospiro di sollievo: quest’anno acquistare uno dei due dolci simbolo del Natale non sarà un salasso, a patto che non si scelga un prodotto artigianale realizzato da qualche chef famoso.

Andrà decisamente peggio agli estimatori del torrone al cioccolato: qui, complice la crisi del cacao, i rincari dei prezzi rispetto allo scorso anno si fanno pesanti.

Prezzi di pandoro e panettone: un’analisi del Codacons

A tracciare una analisi della situazione è il Codacons, che ha monitorato i listini al dettaglio dei dolci tipici natalizi, già da settimane presenti sugli scaffali di negozi e supermercati.

«Per pandori e panettoni industriali classici, il prezzo medio nelle principali catene commerciali varia tra i 5 e i 7 euro, che sale fino a 14 euro per i prodotti di alta gamma; per quelli a marchio del supermercato i listini oscillano tra i 3,50 e i 5 euro. Sensibilmente più costosi i panettoni artigianali, i cui prezzi medi vanno da 30 a 35 euro, ma arrivano anche a 60 euro se firmati da chef famosi.

  • spiega l’associazione – Rispetto allo scorso anno i listini di pandori e panettoni industriali risultano in leggera crescita di circa il 4%, ma occorre considerare che nel precedente biennio i rincari, anche per effetto del caro-energia, erano stati particolarmente consistenti. Il mercato italiano di panettoni e pandori vale circa 700 milioni di euro annui, per quasi 100.000 tonnellate di dolci natalizi prodotti dai grandi soggetti industriali» – ricorda il Codacons.

I rincari del cioccolato e il caso del torrone

Il discorso cambia se si analizzano i prezzi dei dolci natalizi al cioccolato:

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«Se per pandori e panettoni nella loro variante al cioccolato (glassati, con creme al cacao, ecc.) gli aumenti sono in media il 12,5%, il primato dei rincari spetta quest’anno ai classici torroni al cioccolato, con i listini delle principali marche che risultano in crescita del 30% rispetto allo scorso anno, con punte in alcune catene commerciali del +53%. Alla base di tali sensibili incrementi di prezzo, c’è la crisi internazionale del cacao.

  • analizza il Codacons – Nel corso dell’anno le quotazioni di tale materia prima hanno raggiunto sui mercati valori record che hanno sfiorato i 12mila dollari la tonnellata la scorsa primavera, mentre oggi il prezzo internazionale del cacao risulta più alto di circa il 107% rispetto a fine 2023. Una crisi che ha impattato in modo diretto sui prezzi dei dolci tipici natalizi realizzati con tale materia prima».

I cambiamenti climatici e l’impatto sul cacao

La conferma arriva dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), che ricorda come i cambiamenti climatici incidano sempre di più su ambiente e territorio in modo oramai così devastante da avere effetti anche sui prezzi al dettaglio, e anche a migliaia di chilometri di distanza rispetto ai luoghi interessati dai fenomeni meteorologici.

Alla base dell’impennata dei prezzi del cacao vi sono «periodi di siccità prolungata, incremento delle temperature medie associate a improvvise e intense precipitazioni, che alterano profondamente l’ambiente e il territorio, decimando le produzioni agricole con effetti a cascata sull’offerta di alcune materie e, di conseguenza, sui prezzi al dettaglio – afferma il presidente Alessandro Miani.

Ed è esattamente ciò che sta avvenendo in alcuni dei principali paesi produttori di cacao, come il Ghana e la Costa d’Avorio, che da soli rappresentano il 60% della produzione globale. Qui i raccolti sono minacciati da lunghi periodi di siccità cui seguono piogge torrenziali che creano inondazioni e facilitano la diffusione di virus come il Cocoa swollen shoot virus disease (CSSVD), una malattia trasmessa da una specie di cocciniglia che porta alla morte delle piante».

Deficit globale di cacao: un problema crescente

La conseguenza è che per la stagione 2023/24 il deficit globale di cacao è salito a 462.000 tonnellate, con il rapporto scorte/raccolta che ha toccato, secondo l’Organizzazione Internazionale del Cacao, i livelli più bassi degli ultimi 45 anni», conclude Sima.



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