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Garantire supporto logistico | in zone di conflitto


Sono trascorsi 1.000 giorni dall’invasione russa dell’Ucraina, che ha spinto Cuamm ad agire a favore di oltre cinque milioni di sfollati interni e 5,8 milioni di rifugiati.

La scorsa settimana il nostro team sul campo si è recato nell’Oblast di Chernihiv per consegnare kit e materiali di consumo, tra cui borse di emergenza, un kit chirurgico ortopedico e kit Abc (riutilizzabili, per adulti e pediatrici), destinati ai servizi di emergenza e alle unità chirurgiche per cure ospedaliere e traumatologiche presso l’Ospedale Centrale di Borzna. Questa struttura sanitaria di secondo livello, con 140 posti letto, è l’unica nel raggio di circa 80 km a disporre di un’unità traumatologia e di una chirurgia interna per la cura delle vittime da arma da fuoco.

Il contesto di sicurezza dell’Oblast di Chernihiv è fortemente compromesso dalla vicinanza al confine russo. All’inizio della guerra, il 24 febbraio 2022, l’Oblast di Chernihiv fu uno dei primi a subire l’invasione dalle forze militari russe. Secondo l’International Ngo Safety Organisation (Inso), nel periodo tra il 16 e il 31 ottobre 2024, sono stati registrati 141 incidenti. Nella prima settimana di novembre, sono stati 28 gli incidenti nella regione che hanno appesantito gravemente gli ospedali centrali dell’area, compreso quello di Borzna.

«Nelle ultime settimane abbiamo assistito purtroppo all’intensificarsi del conflitto, specialmente nelle aree più prossime alla linea del fronte come quella di Dnipro e Sumy. Il sistema sanitario del paese è ogni giorno più affaticato e le difficoltà sono innumerevoli: in alcune zone le strutture sono distrutte, in altre non c’è materiale e anche le risorse umane scarseggiano. È una situazione drammatica che, nonostante l’estrema resilienza del popolo ucraino, peggiora di giorno in giorno» ha detto Antonio Zardini – CUAMM Head of mission.

Solo nelle ultime tre settimane, Cuamm ha consegnato 70 scatole alle strutture sanitarie in difficoltà, fornendo circa 500 kg di materiali tra strumenti di lavoro, beni sanitari di consumo e kit di emergenza. Uno sforzo che si spinge nelle zone più a rischio, arrivando fino a 10km dalla linea del fronte per garantire supporto a chi, in prima linea, si adopera per fornire cure alla popolazione locale.

L’attivitàin linea con l’Obiettivo Strategico 113 del Piano di Risposta Umanitaria per l’Ucraina (Hrp) 2023 e l’Obiettivo Settoriale 114 del cluster sanitario, risponde anche all’attività standard del cluster: “Acquistare, preparare e distribuire farmaci essenziali, attrezzature mediche e materiali di consumo alle strutture sanitarie.” I kit di attrezzature mediche da distribuire sono stati predisposti da Cuamm secondo le necessità degli ospedali locali e delle autorità sanitarie, seguendo le linee guida stabilite seguendo lo Strumento di Pianificazione e Risposta alle Richieste Sanitarie dell’OMS.

Dal primissimo intervento, concentrato nella città di Chernivtsi, al confine con la Romania, Cuamm ha potenziato la risposta all’emergenza fornendo supporto logistico e materiale sanitario a strutture sanitarie situate in alcune delle aree più duramente colpite dal conflitto, come Kharkiv, Donetsk, Dnipro, Zaporizhzhia e Kherson.

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Il progetto fa parte di un’iniziativa da 46,5 milioni di euro finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che raggiunge oltre 900.000 persone colpite dalla crisi ucraina, ed è implementato in collaborazione con Caritas Italiana, Caritas Drohobych Sambir e Volonterskiy Ruh Bukovyny (Vrb). 

Medici con l’Africa Cuamm opera in Ucraina dal marzo 2022, fornendo risposte multisettoriali ai bisogni urgenti delle popolazioni più vulnerabili colpite dal conflitto. Dall’inizio della crisi umanitaria in Ucraina, Cuamm ha adottato un approccio flessibile e multisettoriale per rispondere ai bisogni delle vittime di guerra. In stretta collaborazione con le autorità locali e le organizzazioni della società civile, Cuamm ha sviluppato una strategia d’intervento volta a supportare e integrare il sistema socio-sanitario nei paesi colpiti dal conflitto, garantendo l’accesso ai servizi essenziali e salvavita per i gruppi più vulnerabili.





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