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è finita la magia? Ferrari riuscirà a riaccenderla?


Purtroppo non sorprende più: la situazione sta diventando una costante. Lewis Hamilton sembra non riuscire a ritrovare il ritmo in qualifica. Oggi, con una Mercedes W15 finalmente tornata a livelli competitivi degni della storia del team, il sette volte campione del mondo è mancato clamorosamente. E questo è avvenuto in entrambi i tentativi della Q3, la fase decisiva di ogni qualifica, cruciale per l’economia di un intero weekend di gara.

Lewis Hamilton, il miglior poleman di tutti i tempi con ben 104 partenze al palo, negli ultimi tempi ha perso quello smalto che lo caratterizzava fino a qualche stagione fa. Considerando solo il 2024, il trentanovenne è stato battuto ben 17 volte su 22 nelle qualifiche standard e 4 volte su 5 nelle Sprint.

Un ruolino di marcia tutt’altro che invidiabile, seppur parzialmente riscattato in gara, dove sulle lunghe distanze riesce ancora a offrire prestazioni apprezzabili. Tuttavia, partendo spesso indietro, diventa difficile capitalizzare al massimo il potenziale della domenica.

Lewis Hamilton grande protagonista del venerdì del Gp di Las Vegas 2024

Cosa sta accadendo a Lewis Hamilton? Ferrari deve preoccuparsi?

La domanda è più che lecita e serpeggia anche tra i tifosi ferraristi, preoccupati in vista del 2025. L’anno venturo, infatti, Maranello dirà addio all’affidabile Carlos Sainz per accogliere un pilota che sembra essere entrato nella fase calante della sua carriera. Sicuramente pesano gli stimoli, ormai al minimo in Mercedes. Anche la vettura ha avuto il suo impatto: da Spa-Francorchamps in poi, con l’introduzione del nuovo fondo, la W15 non è più andata nella direzione dei gusti di pilotaggio di Hamilton.

Ma possono bastare una motivazione ridotta e una monoposto poco affine al suo stile per spiegare una stagione sotto le aspettative, nonostante le due vittorie giunte dopo due anni di digiuno? C’è chi pensa che ci siano altre ragioni dietro questa crisi momentanea, che rischia però di diventare strutturale. Questo non sarebbe un buon segnale per la Ferrari, che nell’operazione Hamilton non vede solo un ritorno commerciale, ma anche l’opportunità di accrescere il valore tecnico del team.

Lewis Hamilton: se l’anagrafe inizia a chiedere il conto

Lunedì scorso, durante CriticaLive, la nostra trasmissione di approfondimento, abbiamo ospitato Luca Baldisserri, che ha analizzato diversi aspetti della Formula 1 di ieri e di oggi. Si è parlato anche della Ferrari e dei suoi piani a medio termine, con il discorso che inevitabilmente è caduto su Hamilton.

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Baldisserri, con la sua esperienza alla Ferrari Driver Academy e nel lavoro con giovani talenti, oltre alla sua collaborazione con Michael Schumacher, ha tutte le carte in regola per commentare. Alla domanda sulla scelta di Frédéric Vasseur di puntare su Hamilton, ha risposto: “Avrei fatto una scelta diversa per quanto riguarda i piloti, però capisco gli interessi che ci sono attorno a un campione del suo calibro. Dal punto di vista tecnico, però, penso che la Ferrari farà un piccolo passo indietro. Non credo che Hamilton riuscirà a superare il record di Schumacher in Ferrari”.

Lewis Hamilton non riesce a contenere l’emozione per la sua vittoria in Inghilterra

Successivamente, Baldisserri ha aggiunto che Hamilton potrebbe avere difficoltà nel confronto interno con Charles Leclerc, soprattutto per questioni legate all’età. Alla domanda se lo scetticismo dipendesse dall’età avanzata di Hamilton, l’ingegnere ha risposto: Per me, l’età è una variabile fondamentale che spesso gli atleti non accettano. Come tutti noi, non vogliono invecchiare e credono di poter mantenere le stesse prestazioni di un tempo. Ma non è così. Nello sport, i limiti fisici che riguardano concentrazione, memoria e tempi di reazione non si possono ignorare“.

Baldisserri ha poi citato un altra “vecchietto terribile”, Fernando Alonso, come esempio: “Alonso è difficilmente valutabile oggi, perché ha come compagno un pilota non competitivo. Ma se avesse un Russell o un Norris, il suo inevitabile declino emergerebbe ancora di più. Lo stesso accadrà con Hamilton, perché fisicamente è inevitabile”.

Le teorie di Baldisserri sono condivisibili, ma dovranno essere messe alla prova con l’esperienza in rosso. Nuovi stimoli, una vettura più affine al suo stile di guida e un ruolo da protagonista in squadra potrebbero offrire un quadro operativo migliore per valutare Hamilton. Tuttavia, non è da escludere che sia arrivato quel “cliff” anagrafico, il punto di non ritorno dopo il quale è difficile garantire prestazioni di alto livello con la costanza di un tempo.

Se così fosse, bisognerà accettarlo: il tempo passa per tutti. Resta da vedere se i tifosi ferraristi e gli osservatori in generale saranno indulgenti con Lewis come lo furono con Michael Schumacher ai tempi della sua avventura in Mercedes, quando soffriva il confronto con un Nico Rosberg più giovane e affamato.


Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team



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