Se sarà Starlink si saprà a valle del bando, ma la società di telecomunicazioni satellitari fondata da Elon Musk è il nome più quotato per aggiudicarsi il progetto pilota di internet dallo spazio in Lombardia. Un test che si inserisce nel tentativo del governo Meloni di tamponare le falle del programma Italia a 1 Giga, che utilizza 3,65 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per cablare con la fibra ottica aree remote del Paese entro giugno 2026, ma rischia di mancare l’obiettivo.
Nonostante i due vincitori del bando, Open Fiber e Fiber Cop (la società della rete nata dallo scorporo di Tim) dicano di essere in linea con la tabella di marcia di connessione di 7 milioni di numeri civici in zone difficilmente raggiungibili e con pochi abitanti (e pertanto poco appetibili per gli operatori di telecomunicazioni), Palazzo Chigi ormai da tempo accarezza l’idea di affidarsi al satellite per non sforare le scadenze del Pnrr e, di conseguenza, perdere i fondi europei. L’internet dallo spazio, però, rischia di non garantire la stessa qualità di connessione.
La formula Starlink
Prendiamo proprio Starlink, che è il campione indiscusso del settore. Nella sua offerta standard la compagnia di Musk dichiara una velocità di download di 130-250 megabit al secondo (Mbps) o tra i 50 e 100 Mbps, ma a un prezzo più basso. Parametri al di sotto delle richieste del piano Italia a 1 Giga, che invece impone di assicurare una velocità di download a 1 giga o almeno di 300 mega, nei momenti di maggior picco di traffico. Già questo rischia di mettere il governo in difetto con la Commissione europea rispetto all’uso dei fondi del Pnrr, tanto che la soluzione immaginata a Roma è quella di inquadrare questo servizio come “temporaneo”, consentendo a chi deve cablare di avere più margine per completare i cantieri. Anche perché la quota di connessioni wireless ammesse dal bando è il 4%. Una quantità residuale.
D’altro canto dal Dipartimento per la trasformazione digitale, dove si sta scrivendo il bando in tandem con Regione Lombardia, la linea che passa è che la fibra è la tecnologia su cui scommette il governo, come più volte ha ribadito il sottosegretario all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti. E che questo pilota, il primo di una serie, servirà anche a verificare sul campo se in aree remote, come per esempio quelle montane della Lombardia, o in condizioni meteo avverse, il satellite può garantire le prestazioni che promette sulla carta.
Ci sono altri concorrenti?
L’altro punto su cui insiste il governo è che non è detto che sia Starlink. La procedura è in fase di scrittura. Ancora non è chiaro se sarà un bando o un avviso pubblico, con che tempi sarà pubblicato (si parla di inizio 2025) e se Stato o Regione ci metteranno soldi. Quel che assicurano fonti vicine alla partita è che sarà aperta a tutti gli operatori del settore. Tipo? La francese Eutelsat offre servizi di connessione internet via satellite. È anche dentro ia progetto Iris2, la costellazione made in Europe con cui la Commissione vuole assicurarsi indipendenza proprio dall’infrastruttura di Musk. Iris2 riceverà 6 miliardi di investimenti comunitari. Altri 4 dovranno arrivare dai privati. A bordo, oltre a Eutelsat, ci sono anche la spagnola Hispasat, Airbus, la francese Thales Alenia e la lussemburghese Ses. Ma la costellazione è molto indietro.
Eutelsat ha 35 satelliti in orbita geostazionaria. Hispasat 10, Ses 70. A cui aggiungere il centinaio di Airbus, il colosso continentale dell’aviazione. Starlink ha spedito in orbita 20 satelliti solo nell’ultimo lancio. La costellazione consta di 6.426 satelliti, circa la metà del totale che Musk progetta di attivare. Numeri che i concorrenti difficilmente potranno eguagliare nell’immediato e che mettono la società statunitense in una posizione privilegiata per il test in Lombardia. E anche nelle altre due regioni in predicato di ospitare sperimentazioni simili. Una al Centro e una nel Meridione, come anticipato da Butti al Sole 24 Ore. Lo stesso assessore a Trasporti e mobilità di Regione Lombardia, Franco Lucente, ha menzionato il ricorso a Starlink a un convegno dell’Associazione italiana internet provider (come riportato da Key4biz), assicurando il coinvolgimento dei piccoli operatori per agganciare il segnale satellitare.
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