Roma è sempre più una città diseguale, divisa tra municipi più centrali dove le famiglie godono di maggiori servizi e redditi più alti e municipi periferici dove la povertà alimentare ed educativa morde con maggiore ferocia.
Ma soprattutto, come emerge dal rapporto 2024 sulla povertà di Caritas Roma, è una città che non riesce ad accogliere, che non garantisce un tetto a chi ne fa richiesta avendone diritto, che abbandona migliaia di immobili al degrado e spopola quartieri mangiati dal turismo, espellendo i suoi abitanti e aggravando la precarietà abitativa.
La crisi sociale di Roma
Il rapporto Caritas sulla povertà a Roma, presentato nella mattinata di venerdì 22 novembre, conferma quanto già era emerso negli anni precedenti, soprattutto dalla pandemia in poi. La Capitale vive uno stato di crisi sociale causato “dall’assenza di politiche per la casa, edilizia scolastica, sanità, politiche attive del lavoro”, come si legge nella sintesi del rapporto.
Diseguaglianza dei redditi
Tutto ciò, nonostante Roma abbia un reddito pro capite l’anno medio di 30mila euro, sotto solamente a Milano, a fronte di una media nazionale di 23.650 euro. Ma questo dato cela una differenza di redditi tra municipi, tra le classi di età e di genere dei percettori, tra la nazionalità di nascita o cittadinanza.
Dove si guadagna di più e dove meno
Il municipio II, per esempio, è quello con il più alto reddito medio individuale, superiore ai 43mila euro, seguito dal municipio I nel quale i cittadini, in media, percepiscono un reddito di 39.233 euro. C’è un abisso con i redditi medi nel VI municipio, dove si raggiunge la quota più bassa pari a 17.751 euro, il 33,1% in meno della media registrata in tutti i 15 municipi che è superiore ai 26.500 euro annui. A guadagnare di più sono gli anziani: tra i 60 e i 74 anni il reddito sfonda i 32.800 euro, questo si verifica in 14 municipi su 15. Viceversa, chi ha sotto i 30 anni ha una media di appena 10.354 euro.
La metà dei romani dichiara meno di 15mila euro
In generale, il 49,3% dei residenti a Roma dichiara sotto i 15mila euro, il 32,5% è nella fascia 15mila-35mila euro, il 16% dichiara più di 35mila euro ma meno di 100mila euro, mentre solo il 2,2% percepisce più di 100mila euro. Questa esigua percentuale di popolazione romana ha in ano il 18,4% del reddito nella Capitale, cioè oltre 9 miliardi di euro. Le famiglie con minori a carico scendono a una media reddituale annua di 13.560 euro, si sale a 24.678 euro per chi non ha minori in casa.
Aumentano le famiglie nei centri di ascolto
Ma a dare una dimensione ancor più cruda delle condizioni in cui versano le fasce deboli della città sono i dati che escono dai centri d’ascolto Caritas, che sono tre diocesani e 201 distribuiti nelle parrocchie. Nel 2023, infatti, sono state accolte 13.162 persone, il 12% in più rispetto al 2022, quando erano state 11.714. Addirittura numeri superiori al periodo Covid, quando furono 11.223. E in genere, specifica Caritas, a ogni contatto corrisponde una famiglia. Il 30,4% del totale, nel 2023, è arrivato a chiedere aiuto per la prima volta: “Numeri senza precedenti – si legge nel rapporto – solo in parte spiegabili con l’aumento della rete diocesana dei Centri di Ascolto, sempre più capillarmente distribuiti nel territorio della città, passati da 188 a 201 nel corso del 2023”.
Tra le cause individuate per questo incremento, secondo Caritas c’ il graduale venire meno del Reddito di cittadinanza e l’istituzione dell’assegno di inclusione e del supporto alla formazione “misure che solo in parte hanno sostituito i trasferimenti che ricevevano le famiglie più povere”.
Chi sono e da dove vengono i più fragili
Ma chi sono coloro che chiedono aiuto? Prevalentemente le donne, il 60% del totale, a causa della vulnerabilità economica o della maggiore esposizione a situazioni di rischio, oppure, nel caso di richiesta di sostegni economici, per le maggiori responsabilità nel nucleo familiare. Il 64% del totale ha un’età tra i 36 e i 65 anni, il 16% è over 65. Rispetto alle nazionalità, diminuisce leggermente la quota degli italiani accolti, il 41,5% contro il 42,6% nel 2022. In diminuzione anche i cittadini romeni che con il 7,7% delle presenze rappresenta la seconda nazionalità, seguita subito dopo dai cittadini peruviani (7,4%). Netta diminuzione dei cittadini di nazionalità ucraina (5,5% del totale).
La metà vive in affitto
Non sosprende, poi, che il 51,4% dei richiedenti aiuto viva in affitto. Il 21% ha dichiarato una condizione abitativa precaria, includendo alloggi di fortuna e occupazioni. Il 14,2% vive a casa di parenti, amici o presso il datore di lavoro, l’1,3% nei campi nomadi, il 2,9% nei residence del Comune o in altre condizioni. Solo l’8% ha una casa di proprietà.
Uno su tre chiede sostegno alimentare
Alimenti e lavoro sono i principali oggetti delle richieste che arrivano ai centri di ascolto Caritas di Roma. Secondo il report 2024, riferito al 2023, il 34,6% delle famiglie chiede generi alimentari, mentre il 13,3% ha bisogno di trovare un’occupazione per far fronte alle spese quotidiane. In ogni caso, anche il sostegno socio-assistenziale è un fattore rilevante, con il 14,7% dei richiedenti ai quali viene garantito sostegno telefonico o ascolto diretto. Il 10,6% avanza richieste di carattere sanitario per farmaci o visite mediche.
Mille e 724 le tessere distribuite da Caritas per accedere ai cinque empori della solidarietà che si trovano a Marconi, Ponte Casilino, Spinaceto, Trionfale e Monteacro, per un sostegno che ha raggiunto complessivamente 5.542 persone. Nello stesso periodo sono stati distribuiti 12mila buoni spesa in collaborazione con Fondazione Roma, per un valore complessivo di 300mila euro a 844 nuclei familiari.
Oltre 2mila italiani serviti nelle mense sociali
Indicativi anche i numeri delle tre mense sociali (Colle Oppio, Ostia, centro don Luigi di Liegro) dove Caritas serve i pasti in convenzione con Roma Capitale. Nel 2023 sono arrivate 11.124 persone, il 21% in più del 2022 quando furono 9.148. I pasti distribuiti l’anno scorso sono stati 322.058, l’1% in più rispetto al 2022 quando furono 319.387. Gli italiani, che sono la nazionalità con più presenze (2.011 utenti), in aumento rispetto al 2022 (1.698), rappresentano comunque solo il 18% del totale. Rispetto al 2022 risulta molto significativa la presenza dei peruviani, diventata la seconda per numero (1.537) con un incremento del 35% rispetto ai 990 dell’anno precedente. Incrementi significativi anche per le presenze provenienti da Sudan (755) ed Egitto (707), mentre continua la diminuzione di comunità che storicamente avevano presenze considerevoli, in particolare romeni e ucraini.
I numeri dell’emergenza abitativa
Caritas, inoltre, raccoglie insieme tutti i dati che forniscono un quadro preoccupante della situazione abitativa a Roma: 2.500 alloggi occupati abusivamente, 778 nuclei familiari che al 2023 erano ospitati negli ex residence di Roma Capitale, 7.259 famiglie che sono in graduatoria Erp dal 2013 senza aver ricevuto un alloggio popolare, 350 insediamenti abusivi sparsi in città, 23.420 senza tetto e senza dimora di cui 2.204 vivono in strada. Nel periodo dal 2017 al 2023 sono state 34.951 le ordinanze di sfratto, di cui 12.254 eseguite. Il direttore di Caritas Roma, Giustino Trincia, ha inoltre sottolineato la presenza di 1820 immobili catalogati come “ruderi”, che propone di recuperare per aumentare la capacità di accoglienza da parte del Comune. E infine, i 35mila alloggi riservati agli affitti brevi.
Gualtieri: “Chiederò una sospensiva sugli sfratti per il Giubileo”
“Dobbiamo saper vedere e riconoscere questo fiume di povertà che attraversa la nostra città – ha commentato durante la presentazione del rapporto Roberto Gualtieri -. Il rapporto Caritas ci dà un grandissimo strumento di lettura e delle proposte, non si limita a fare una radiografia. Io trovo particolarmente doloroso l’aumento della povertà, se pensiamo che dopo il Covid eravamo riusciti a ridurre i dati. Il fatto che a Roma la situazione sia relativamente migliore, non ci fa stare tranquilli. Su tutti i dati siamo sotto la media nazionale ma ciò non toglie che siano numeri enormi”. Il sindaco ha poi raccolto l’appello arrivato anche dalla Diocesi di Roma e dauna parte della politica romana: “Voglio cogliere l’invito e mi farò portavoce verso il Governo, perché penso sia giusto che in occasione del Giubileo si vari una moratoria straordinaria degli sfratti, come successo durante il Covid. Non vogliamo che col Giubileo aumentino gli sfratti”.
Rocca: “Metteremo nuovi fondi per il contributo agli affitti”
“Abbiamo avuto un giudizio di partifica, abbiamo un piccolo tesoretto che verrà utilizzato sia per dare risorse in più agli infermieri, ma stiamo discutendo anche del contrasto alla povertà alimentare e del sostegno agli affitti – ha annunciato invece Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio – abbiamo complessivamente 80 milioni di euro vedremo quanto destinare all’affitto. Le risorse ci sono, non abbiamo contratto nuovi debiti. Sulla psichiatria di strada ci sarà un rafforzamento fortissimo del personale, abbiamo assunto moltissimo, ci saranno molti più psichiatri. c’è una rivoluzione in corso dopo anni di disattenzione”.
Senza dimora, la tensostruttura ne ospiterà solo 34. E il municipio ci prova: “Ritorni a piazza dei Cinquecento”
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