Dieci anni di silenzi, promesse e zero risultati. È questa la realtà del mancato utilizzo di 2,7 milioni di euro stanziati fin dal 2015 per rendere sicure le fermate del trasporto pubblico sulle principali strade statali del Molise, tra cui la famigerata Bifernina. Il progetto avrebbe dovuto garantire la costruzione di 14 golfi di fermata lungo alcune delle principali strade statali del Molise, ma è rimasto fermo, senza che alcun intervento concreto venisse avviato.
Nel 2015, nell’ambito del Programma Attuativo Regionale (PAR Molise), erano stati previsti interventi strategici di adeguamento e messa in sicurezza delle fermate del trasporto pubblico locale. Questi lavori, definiti prioritari e strategici per la mobilità regionale, avrebbero interessato le strade statali 85, 87, 645, 647 e 650. Tra queste la Bifernina (Statale 647), strada fondamentale per il collegamento tra Campobasso e Termoli, avrebbe dovuto beneficiare di nuovi golfi di fermata, progettati per garantire la sicurezza degli utenti e migliorare la fluidità del traffico.
Eppure, dopo quasi un decennio, quei fondi non sono stati utilizzati, e il progetto è rimasto in sospeso. Non ci sono state comunicazioni ufficiali sulle ragioni di questo blocco, né sui tempi di un eventuale sblocco. Nel frattempo, i pendolari continuano a utilizzare fermate inadeguate e pericolose, esposti quotidianamente ai rischi della strada.
La Bifernina è davvero un incubo per studenti, pendolari e lavoratori che affrontano fermate di autobus pericolose e prive di sicurezza. Gli autisti del trasporto pubblico locale hanno deciso di dire basta: dal 1° dicembre effettueranno solo le fermate autorizzate, lasciando vuoti quei punti critici dove ogni sosta diventa un azzardo per passeggeri e conducenti. “Non possiamo continuare a rischiare”, hanno detto, dopo che le multe della Polizia Stradale hanno colpito tre colleghi per soste irregolari al bivio di Guglionesi.
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Le fermate autorizzate sulla Bifernina si contano sulle dita di una mano e, nella maggior parte dei casi, mancano pensiline, piazzole e segnaletica adeguata. La nebbia, il buio e l’assenza di strisce pedonali completano un quadro che i sindacati definiscono “assurdo e pericolosissimo”. Gli autisti, multati e penalizzati per responsabilità che ricadono su Regione e aziende di trasporto, non ci stanno più a mettere a rischio la loro sicurezza. La Regione, dal canto suo, continua a rimandare interventi strutturali. L’Anaspuò installare la segnaletica solo su richiesta. Ma le richieste non arrivano e le istituzioni restano immobili.
Era il 15 febbraio 2019, quasi sei anni fa, quando l’allora assessore ai Trasporti Vincenzo Niro aveva annunciato un piano ambizioso per la messa in sicurezza delle fermate del trasporto pubblico locale. Durante una riunione con ANAS, Province, Polizia Stradale e Ministero dei Trasporti, erano stati stanziati 7,18 milioni di euro nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro “Viabilità”. Di questi, 2,7 milioni erano destinati alla realizzazione di 14 golfi di fermata che ANAS avrebbe dovuto completare entro il 30 giugno 2019, mentre altri 4,4 milioni avrebbero finanziato nuovi interventi in base a un piano condiviso.
A distanza di anni, però, quei fondi non sono mai arrivati e i lavori promessi non sono stati realizzati. Le fermate del trasporto pubblico continuano a rappresentare un problema irrisolto, e il progetto annunciato è rimasto solo sulla carta, alimentando il malcontento tra cittadini e operatori del settore. La situazione infatti crea rischi significativi sia per chi viaggia sugli autobus sia per gli automobilisti in transito, con inevitabili conseguenze sul traffico e sulla sicurezza stradale.
Autisti e aziende di trasporto hanno più volte segnalato queste criticità. Le fermate non a norma espongono anche loro a responsabilità legali e sanzioni, oltre a mettere in pericolo gli utenti. Per questo dal 1 dicembre i conducenti hanno deciso di sospendere alcune fermate proprio per evitare queste problematiche, lasciando però studenti e lavoratori senza un servizio fondamentale.
Tra le fermate più problematiche segnalate dai cittadini vi è quella utilizzata dai pendolari di Guglionesi, situata in un punto particolarmente trafficato e privo di spazi adeguati per la salita e la discesa dai mezzi. Non ci sono segnaletiche specifiche né infrastrutture che possano garantire un accesso sicuro. Situazioni simili si ripetono in altri punti lungo tutta la Bifernina e in altre strade statali della regione. Solo sulla Statale 647 fra pochi giorni diventeranno “vietate” le fermate di Larino, Guardialfiera, Lupara (fuori norma in direzione Campobasso) e Lucito, oltre quella di Guglionesi. I pendolari sono costretti ad aspettare gli autobus su banchine strette o direttamente sulla carreggiata, spesso in condizioni di scarsa visibilità o maltempo. Questi disagi non sono solo un problema logistico, ma rappresentano un rischio concreto per l’incolumità delle persone. Il traffico pesante e la velocità media elevata dei veicoli rendono queste fermate particolarmente pericolose, sia per i viaggiatori sia per gli stessi conducenti degli autobus.
La mancata realizzazione di un progetto così importante mette in luce un problema più ampio: l’incapacità di utilizzare risorse già stanziate per rispondere a necessità concrete della popolazione. I 2,7 milioni di euro previsti nel 2015 sono ancora al palo.
Garantire fermate sicure non è solo una questione di miglioramento del servizio di trasporto pubblico, ma una necessità per proteggere vite umane. L’intervento sulla Bifernina avrebbe dovuto essere una priorità dieci anni fa, ma non è mai troppo tardi per agire. Le istituzioni sono chiamate a sbloccare i fondi e a procedere con i lavori il prima possibile e quantomeno a trovare una soluzione temporanea, su un’arteria già gravata da continui lavori.
Da qualche giorno il viadotto Molise II è tornato percorribile in entrambe le direzioni, eliminando la fastidiosa deviazione sulla bretella del Lago di Guardialfiera. Al contrario, sul viadotto Molise I le interruzioni e i semafori sono ben due ed è ipotizzabile che i cantieri resteranno aperti per anni, considerando il lungo tratto di guardrail da sostituire su ambo i lati.
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