Matt Smith dal set di «The Crown» e l’aristocratica Emma Weymouth, marchesa di Bath, con celebrity e divi per festeggiare il progetto del designer britannico per l’hotel più amato dai Windsor. «A gennaio vedrò re Carlo del quale condivido la passione per la sostenibilità»
DALLA NOSTRA INVIATA – LONDRA
E’ il designer più British di Londra, Sir Paul Smith, a vestire quest’anno l’albero di Natale del Claridge’s, luogo simbolo della capitale britannica e dei Royals: amatissimo dalla regina Elisabetta II che qui nella splendida Ballroom volle il ricevimento in onore del Royal wedding di Carlo e Diana negli anni ’80, con tutte le teste coronate invitate al sì Regale, da Grace Kelly alla regina Silvia di Svezia.
E per festeggiare l’albero di Sir Paul, sono arrivati in Brook Street celebrities, aristocratici e designer. L’attore Matt Smith dal set di The Crown e l’aristocratica Emma Weymouth, marchesa di Bath.
Christopher Kane, Jack Guinness, Laura Bailey e Lady Victoria Harvey oltre al designer Deyan Sudjic, Martin Freeman, Eric Underwood, Sergio Pizzorno e Amir Wilson. E l’italiano Federico Marchetti, anima fashion del progetto moda della Sustainable Markets Initiative voluta dal sovrano britannico. Per festeggiare il Claridge’s e Sir Paul, anche l’attore e musicista Himesh Patel, l’attrice Nathalie Emmanuel e l’attore Alex Lanipekun. E con loro columnist britannici come Lisa Armstrong e Suzy Menkes.
Tutti attorno all’albero di Natale con le righe e i colori della tavolozza dello stilista britannico. Nel fascino art deco dell’hotel di Brook Street, dove la regina Elisabetta II tornò spesso nel suo lunghissimo regno. Una tradizione continuata anche da re Carlo. Paul Smith condivide col re la passione per la sostenibilità, così il suo albero di Natale per il Claridge’s è un inno all’economia circolare: «Le decorazioni sono di seconda mano, molte le ho comprate online, e le casette per gli uccelli realizzate con l’architetto britannico Nik Ramage, sono un invito alla vita all’aria aperta, in mezzo alla natura e a quanto manca nelle nostre città – racconta Sir Paul al Corriere -. Ciascuna lancia un messaggio, con i dadi e le carte per ricordare il piacere dei giochi in famiglia, con le biciclette mia personale passione e c’è anche la casetta ispirata a Strictly come dancing (in Italia lo show britannico è diventato Ballando con le stelle, ndr.)».
Anche i piccoli animali in legno alla base dell’abete sono stati ricavati da StudioMama utilizzando pezzi di scarto della lavorazione del legno. «In fondo non dimentico mio padre che a casa nostra a Nottingham era sempre affaccendato nel suo capanno degli attrezzi a costruire qualcosa», dice. Già, è a Nottingham che è nata la storia di moda di Paul Smith, in un negozio tre metri per tre, nel 1970. Oggi è presente in 60 Paesi e conta 130 negozi, fino al nuovo flagship di Albemarle Street, Piccadilly, che unisce moda e galleria d’arte.
Sir Paul, un albero sostenibile che lancia lo stesso messaggio green che re Carlo da oltre cinquant’anni sostiene. Avete progetti assieme? «Con il re condivido la stessa attenzione al pianeta e alla sostenibilità e sì a gennaio dovremmo incontrarci per vedere come possiamo collaborare, con le nostre due fondazioni che hanno entrambe al cuore un messaggio di sostenibilità sociale». La fondazione del designer lanciata nel 2020 è rivolta ai giovani artisti e ai nuovi talenti di moda per aiutarli a crescere.
Nominato Sir dalla regina Elisabetta per i suoi meriti per l’industria britannica, Paul Smith è ora anche Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia su proposta del presidente Sergio Mattarella «per il suo legame indissolubile con l’Italia e per il suo costante impegno nel promuoverla nel mondo della moda». E un anno fa ha ricevuto l’onorificenza dall’Ambasciatore d’Italia a Londra, Inigo Lambertini con il ministro Adolfo Urso. «Molti dei miei capi sono prodotti proprio in Italia, per esempio nell’area veneta – spiega lo stilista -. E in questo albero dell’Italia c’è il respiro della natura, delle mie passeggiate in Toscana nella campagna di Lucca… e ho appena ricevuto un bellissimo messaggio dallo scrittore Fabio Genovesi al quale ho mostrato il mio albero: mi ha scritto di trovare straordinaria la mia idea di una casetta per gli uccelli con le ali, che vola. Il fatto è vorrei lanciare un messaggio di playfulness in un mondo così appesantito dalla politica che viviamo. Ma è anche un albero nel segno della tradizione che lancia un messaggio di ritorno al significato del Natale. Non un Natale commerciale».
A che cosa ha pensato per prima cosa per iniziare a immaginare il Claridge’s Christmas Tree con le sue cento casette una diversa dall’altra per il Natale dell’hotel art deco che fa parte del gruppo Maybourne? «Ho subito pensato alla casetta per gli uccelli, un segno di accoglienza, di casa, di ottimismo verso il futuro e a questo hotel che esprime propri questo spirito di accoglienza di casa». E infatti per salutare l’albero del Claridge’s disegnato da Sir Paul su incarico del general manager dell’hotel istituzione di Londra, Paul Jackson, è un coro di Carols natalizi. L’ha voluto Pauline, moglie del designer con la quale ogni anno Sir Paul trascorre proprio qui il suo Natale in famiglia, con i nipoti.
A proposito di sostenibilità, l’olimpionico britannico di ginnastica Max Wittlock si esibì anni fa , vestito di un completo dello stilista, nella residenza di campagna di re Carlo, Dumfries House in Scoziaper dimostrare quanto materiali nobili, naturali, possano essere perfetti anche per l’esercizio fisico. «Proprio così, Wittlock si esibì sul tavolo del re e da sempre la mia azienda presta grande attenzione al tema green – chiude Smith -. Come azienda siamo molto attenti a riciclare materiali e oggetti che hanno avuto una vita precedente».
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