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Siccità, l’emergenza (silenziosa) di Molise e Basilicata: situazione al collasso. «Razionata anche l’acqua dei riscaldamenti e fuori ci sono 4 gradi»


I numeri drammatici dell’Osservatorio Anbi. Da settimane risorse centellinate in 29 Comuni, compreso il capoluogo Potenza dove i cittadini sono scesi in piazza a protestare. «Abbiamo diritto alla doccia»  

La crisi idrica sta colpendo durante Basilicata e Molise. In quest’ultima regione, si è aggravata la situazione delle sorgenti, la cui portata è passata dai 2.500-3.000 litri al secondo agli attuali 1.580 litri al secondo, stando a quanto comunicato da Molise Acque durante un vertice in prefettura a Campobasso. Il 69% dell’acqua che sgorga è destinata
al Molise, mentre il 31% viene dirottato verso la Campania. La
quasi totalità dell’acqua che arriva in Campania (95%) serve per
il fabbisogno della città di Benevento. I sindaci potrebbero essere chiamati a sospendere l’erogazione dell’acqua nelle ore notturne, una misura già adottata in alcuni centri come nel capoluogo.  Un nuovo incontro in Prefettura nei prossimi giorni vedrà la partecipazione di tutti i sindaci per valutare ulteriori provvedimenti.

In Basilicata

Nel frattempo, anche la Basilicata è alle prese con una crisi idrica che ha portato alla protesta dei cittadini. Da settimane, 29 comuni lucani, inclusa Potenza, sono interessati da interruzioni idriche che riguardano circa 140 mila persone.  «Per garantire l’erogazione dell’acqua nei giorni a venire ed evitare ulteriori disagi alla popolazione, in via eccezionale e per due giorni, ci saranno ulteriori restrizioni temporali nell’erogazione per consentire le manovre tecniche ad abilitare l’ulteriore fonte d’acqua, quella del fiume Basento», ha detto l’unità di crisi. La situazione era stata affrontata, nei giorni scorsi, in Consiglio regionale, dove alcuni rappresentanti del Comitato acqua pubblica Camastra hanno manifestato pacificamente esibendo volantini senza interrompere i lavori dell’Assemblea. 




















































La minoranza di centrosinistra ha chiesto formalmente l’istituzione di una commissione d’inchiesta trasversale e permanente sulla crisi idrica dello schema Basento-Camastra. La Commissione, secondo i consiglieri, dovrebbe fare luce sulle responsabilità passate e attuali, con particolare riferimento alla gestione di Acquedotto Lucano e Acque del Sud. Il governatore lucano Vito Bardi (Forza Italia) ha espresso la sua disponibilità a intervenire sull’argomento lunedì prossimo, 25 novembre, sottolineando che «la salute e la sicurezza dei cittadini sono la mia assoluta priorità». La protesta naviga anche sui social: «In Basilicata l’acqua è finita – si legge in uno dei tanti post su “X” -. Razionamenti: 12, 6, poi 3 ore al giorno di acqua. Vale anche per i riscaldamenti e fuori ci sono 4 gradi».

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La situazione al Sud e la dispersione idrica 

Se da una parte i cambiamenti climatici stanno presentando il conto, dall’altro l’Italia sconta un problema infrastrutturale stando ai dati dell’ultimo rapporto Istat sulle statistiche sull’acqua (2024 ma riferite al 2022): le perdite idriche di acqua potabile sono al 42,4 per cento. Però, la regione con il più alto tasso è proprio la Basilicata con il 65,5 per cento e anche se si guarda ai comuni capoluogo di provincia il record negativo spetta a Potenza (71%) e in affanno c’è anche Campobasso (66,4%)

Intanto secondo l’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche sono diverse le regioni al Sud, oltre la Basilicata, dove la situazione «è ormai al collasso: in Sicilia, Sardegna e Puglia, le precipitazioni stagionali, seppur localmente violentissime, sono state insufficienti ed a macchia di leopardo, non favorendo il ripristino delle riserve d’acqua». In Sicilia, c’è preoccupazione per il totale svuotamento degli invasi e la ridotta portata delle sorgenti; dei 30 laghi artificiali in funzione: 4 sono esauriti, 14 trattengono meno di un milione di metri cubi d’acqua utilizzabile, mentre in 8 la risorsa disponibile è inferiore a 4 milioni di metri cubi. A ottobre i giorni piovosi sono stati tra i 3 ed i 5 a seconda della provincia, mentre la prima decade di novembre, che verrà ricordata soprattutto per le alluvioni nel Catanese (cumulate superiori anche a mm. 500), ha visto mediamente cadere sull’Isola solo 21 millimetri circa, lasciando pressoché a secco alcuni tra i territori più assetati come le zone interne e il Messinese.

21 novembre 2024 ( modifica il 21 novembre 2024 | 17:37)

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